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bene culturale | busto, opera isolata |
soggetto | ritratto di Giambattista Vincenzo Piovano |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 01 00025267 |
localizzazione | Italia, Piemonte, TO, Torino |
datazione | sec. XVIII fine; 1797 (post) - 1797 (ante) [analisi stilistica; fonte archivistica bibliografia] |
autore | Bernero Vittorio Amedeo (1773/ notizie fino al 1828), |
materia tecnica | marmo/ scultura/ trapanatura |
misure | alt. 65, largh. 55, prof. 25, |
condizione giuridica | proprietà Ente pubblico non territoriale |
dati analitici | Il personaggio è rappresentato frontalmente, a mezzo busto, il viso è rivolto lievemente verso sinistra. Porta una parrucca con una fila di riccioli in corrispondenza delle tempie; fronte scoperta; scriminatura centrale. Indossa una giubba di divisa militare accostata; essa presenta collo alto, doppia fila di bottoni, spalline. Al di sotto di essa. si intravedono la marsina, la camicia e la cravatta. Intorno alle spalle è posto un drappo, variamente panneggiato, che circonda la parte inferiore del busto e le braccia, appena accennate. La scultura poggia su un basamento a colonnetta con cornice superiore modinata. Esso è collocato su una mensola ornata da elemento a voluta nella parte superiore e da foglia di acanto stilizzata nella porzione inferiore. Al di sotto di essa è collocata la lapide commemorativa; al di sopra lo stemma.Soggetti profani. Ritratti. Personaggi: Giambattista Vincenzo Piovano. Abbigliamento.STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: arme, Qualificazione: gentilizia, Identificazione: Piovano, Posizione: sopra il busto, Descrizione : D'azzurro alla nuvola d'oro piovente d'argento sovra un monte del secondo: sormontato da un sole d'oro/ entro cartiglio/ sormontato da corona comitale, |
notizie storico-critiche | Giambattista Vincenzo Piovano, figlio di Giuseppe, conte di Mompantero, torinese, celibe, fu decurione della città e socio della Regia Società Agraria. Secondo un manoscritto del Pullini fu "bell'uomo d'ingegno e coltura, ma un pò singolare e frizzante"; ebbe interesse per le scienze naturali. Con testamento del 30 dicembre 1796, lasciò erede l'Ospizio di Carità e chiamò il nipote Gioachino Capizzucchi a succedergli nel feudo. Morì cinquantenne, il 31 dicembre 1796, cfr.G. Claretta, I marmi scritti della città di Torino e de'suoi sobborghi, Torino, 1899, p. 450; Biblioteca Reale, datt. A. Manno, Il patriziato subalpino, sec. XX, vol. 14. Il busto che lo raffigura, commissionato allo scultore Vittorio Amedeo Bernero dalla Congregazione di Carità, venne pagato nel mese di marzo dell'anno 1797. Originariamente collocato nell'antica sede del Regio Ospizio di Carità in contrada di Po, fu trasportato nella sede attuale, unitamente ai relativi lapide e stemma, durante gli ultimi giorni di luglio dell'anno 1888, ad opera dello scultore Arturo Rossi (notizie dal 1878 al 1910). |
altra localizzazione | luogo di provenienza: Piemonte, TO, Torino |
bibliografia | Claretta G.( 1899)p. 450 |
definizione | busto |
regione | Piemonte |
provincia | Torino |
comune | Torino |
ente schedatore | R01 |
ente competente | S67 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Bertorello G.Compilatore scheda: Dellarocca A.Compilatore scheda: Filippi P.Compilatore scheda: Lenzi F.Compilatore scheda: Mariotti G.Compilatore scheda: Pianarosa P.Compilatore scheda: Romei G.Compilatore scheda: Saretto E.; Funziona |
anno creazione | 1979 |
anno modifica | 2006 |