notizie storico-critiche | Il dipinto raffigura Giovanni de' Medici in età matura, a mezzo busto, in ovale, su sfondo scuro, di tre quarti, con veste rossa. Cornice in legno intagliato e dorato, con festone di elementi ornamentali vegetali sui quattro lati, che sono sagomati esternamente. Al centro del lato superiore doppia voluta simmetrica con foglie di acanto, fuoriuscenti dal margine. Il dipinto raffigura Giovanni di Averardo de' Medici, chiamato Giovanni di Bicci (1360-1420). Secondo la Langedijk il dipinto è copia del sec. XVIII del ritratto di Giovanni (Uffizi, inv. 1890, n. 871), opera della bottega del Bronzino, degli anni 1553-1556. La serie dei piccoli ritratti medicei, di cui il dipinto in esame fa parte, è ricordata per la prima volta nell'Inventario della Villa del Poggio Imperiale del 1768. Qui, nella descrizione dello 'Stanzino dipinto accanto alla Cappella, con porta nella stanza dell'Aurora, e finestra sul cortile', a piano terreno, sono così menzionati: 'Cinquantanove quadretti in tela, riportati sull'asse, alti 1/3, larghi 1/4, parte in ovati, dipintovi Ritratti di Principi e Principesse e Cardinali della Casa Medici, con adornamenti scorniciati, intagliati in parte e tutti dorati; con frontoncino, e dietro il nome di ciascuno; segnati di n. 84'. Il quadretto in esame faceva quindi parte di una serie di 59 pezzi, di dimensioni pressochè identiche, oggi ridotta a 58. Il numero 84 di riferimento inventariale è tutt'oggi leggibile sul retro della totalità dei ritratti. Nell'appendice dello stesso inventario, compilata negli anni 1779-1781, i 59 pezzi sono nuovamente menzionati, ma fra i 'quadri della R. Guardaroba Generale mandati alla R. Villa dell'Imperiale' in data 29 luglio 1780. La notizia dell'arrivo in villa è confermata dal 'Registro del Magazzino della Guardaroba Generale', dove infatti i suddetti dipinti sono annoverati tra quelli inviati nella stessa data al guardarobiere Puliti dell'Imperiale. Sia nell'Appendice che nel Registro sopra citati la serie è segnata col numero 6264, che è tutt'oggi riscontrabile sulla totalità dei ritrattini. L'apparente incongruenza fra l'accertata presenza dei dipinti nella villa nel 1768 e l'altrettanto accertato arrivo degli stessi dalla Guardaroba Generale di Plazzo Pitti alla villa medesima nel 1780 può dare adito a supporre che la serie fosse stata spostata in questo lasso di tempo per motivi non verificabili, forse per lavori di ristrutturazione dell'edificio, che infatti in quegli anni subiva profonde trasformazioni. Indiretta conferma a questa ipotesi è la ricomparsa della serie nell'Inventario della villa del 1784, ma in altro locale, cioè nella 'Stanza con finestra sul cortile nuovo, segnata di n. 89', inventariata con il n. 2299, che infatti compare regolarmente su tutti i pezzi. Da questo momento, negli inventari successivi, la serie dei 59 ritrattini risulta nella stessa stanza della villa, la n. 89, e descritta in modo analogo: nell'Inventario del 1803 è segnata con il n. 1958 (compare raramente sul retro). Nell'Inventario del 1818-1836 si trova inoltre il riferimento a un ulteriore inventario successivo, del 1836, perduto, nel quale i ritrattini figuravano segnati con i numeri dal 1520 al 1578; tale numerazione non è attualmente riscontrabile, in quanto in nessuno dei dipinti compare il cartellino a stampa dell'Inventario del 1836. Sul retro dei pezzi in esame si trovano invece i numeri in minio in rosso risalenti all'Inventario del 1860-61, che vanno dal n. 876 al n. 975: in questa numerazione sono compresi altri ritratti medicei, di dimensioni diverse, che non fanno parte della serie in esame. Sempre da questo inventario risulta che i 59 pezzi erano ubicati nella Galleria sul cortile principale a quattro facciate [...] n. 139: è questa l'unica volta che essi vengono descritti singolarmente. Un ulteriore riferimento alla serie dei ritrattini medicei si trova in un Inventario del 1870, dove erano segnati con i numeri dal 3359 al 3418. Attualmente (1984) la serie, come già detto ridotta a 58 pezzi, si trova diviso fra il soffittone della Villa del Poggio Imperiale (53 pezzi) e la Galleria degli Uffizi (Sala delle miniature, 5 pezzi). L'unico pezzo mancante, citato dalla Langedijk (1983, II, p. 1273, n. 7) come ancora esistente nella villa, non è stato però stranamente rintracciato. |