dati analitici | Il benefattore è raffigurato al centro della tela, in posizione quasi frontale su fondo verde-marrone; indossa corazza color bronzo con bracciali lunghi fino al gomito decorati con un motivo a smerlatura, da cui fuoriesce la manica tagliata in u ntessuto ocra con disefgni a foglie arricciate e polso in pelo. Al collo un imponente fiocco rosso trattiene un voulants di pizzo bianco. Ilvolto è incorniciato da una parrucca inanelata. A setra del benefattore, sopra ad un tavolo coperto da una tela rossa, è appoggiato l'elmo, con visiera e cimiero rosso. In basso, su una fascia delimitata da modanature, è l'iscrizione in nero.Soggetti profani. Personaggi: Ascanio Acceglio. Abbigliamento. Armi: elmo. Mobilia: tavolo; drappo. |
notizie storico-critiche | L'Ospedale ha origine il 16 maggio 1319 con la donazione, fatta da Guarniero de Pozzolo, di una casa situata presso la porta dei Frari di san Francesvco, al vescovo della diocesi di Asti, all'epoca autorità competente a ricevere la donazione;lo scopo di Guarnerio era quello di creare un Ospedale in grado di accogliere tutti gli infermi, i poveri ed i pellegrini, da qualunque parte vengano (P. CAMILLA, L'Ospedale di Cuneo nei secolo XIV-XVI, p. 3; per i documenti si veda G. GUGLIELMONE, B. GALIMBERTI, 600 anni di vita dell'Ospedale di S. Croce di Cuneo ed annesso Monte di Pietà, Cuneo 1919, pp. 57-58). La costruzione dell'attuale edificio dell'antico Ospedale fu iniziata nel giugno 1732 su disegno di Bruno di Samone e risulta essere eseguito in ogni sua parte solo nel 1783 (ID., pp. 170, 177). Fino alla seconda guerra mondiale la serie dei ritratti dei benefattori era collocata presso l'Antico Ospedale di S. Croce (comunicazione orale del Rettore della Confraternita di S. Croce, Geometra Giuseppe Rosso); dopo la guerra, in data sconosciuta, sono stati trasportati in una soffitta della chiesa di S. Croce e nel 1973 venivano portati nel solaio del nuovo Ospedale, dove ricevevano un inventario. I ritratti, come tutti gli oggetti mobili dell'Antico Ospedale, sono diventati proprietà comunale dal dicembre 1979. Fino al 1754 non è reperibile nell'Archivio dell'Ospedale di S. Croce alcun documento riguardante i ritratti; da queste date fino al 1786 risultano pagati al pittore Francesco Cesia tredici ritratti di benefattori, dei quali non si specifica il nome, e altri dodici ritratti di benefattori deceduti nella seconda metà del Settecento. Sempre nell'Archivio esiste un documento datato 1777 ad un "Pittore soldato nel Regimento Real Grisoni" per "sedici ritratti nuovi di benefattori dello Spedale in parte mancanti e massime degli antichi benefattori insigni, et altri rotti accomodati (Cuneo, Ospedale di S. Croce, Archivio Ospedale di S. Croce, Libro controllo dei conti n. 26 dal 1753 fino al 1770, fol. 393). Quindi i ritratti sopra menzionati sono stati comnmissinati dall'Ospedale; però appare possibile che alcuni dipinti siano donazioni volute dai benefattori o dalle loro famiglie. Nel testamento, redatto il 28 agosto 1679, di Giovanni Giacomo Bruno, capitano di corazze e comandante di Cuneo, lascia all'Ospedale la somma di L. 5000 da convertirsi in terreno con l'obbligo di vestire perpetuamente sei poveri (Cuneo, Ospedale di S. Croce, Archivio Ospedale di S. Croce, Libro dei documenti n. 10 dall'anno 1674 fino al 1686, fol. 323). L'opera, databile alla dseconda metà del Settecento, potrebbe essere anche letta come la copia di un ritratto più antico, come sembra suggerire la presenza della corazza seicentesca (R. LEVI PISETZKY, Ilcostume e la moda nella società italiana, Torino 1978, pp. 251-252). Storia del costune in Italia, Milano 1967, V. IV, pp. 141-211). Il dipinto ha subito, nel XX secolo, alcuni ritocchi, come si evince dal confronto con la foto, precedente le manomissini, pubblicata da G. GUGLIELMONE, B. GALIMBERTI, 600 anni di vita dell'Ospedale di S. Croce di Cuneo ed annesso Monte di Pietà, Cuneo 1919, p. 69. |