notizie storico-critiche | Donato al principe Ferdinando dal cognato Johann Wilhelm, elettore palatino del Reno: si confronti la lettera del principe Ferdinando del 10 dicembre 1705, nella quale lo ringrazia per i dipinti offertigli: "Tutti i pezzi per verità bellissimi in ogni suo genere, e tutti d'autori accreditati, ma quello del Rubens sorpassa l'immaginazione et è un prodigio di quel celebre pennello" (ASF, Mediceo 5892, c. 22). Coll. principe Ferdinando, Poggio a Caiano, 1713 (M. L . Strocchi, 1975, p. 115; 1976, p. 84, n. 4). Citato anche nell'inventario di palazzo Pitti della stessa epoca (ASF, Guardaroba 1185, t. II, c. 575, n. 659). Passato alla Galleria degli Uffizi il 14 ottobre 1773 (ASG, Filza VI, 1773, n. 96). Pietro Paolo Rubens aveva sposato Isabella Brant (1591-1626) nel 1609, poco dopo il ritorno dall'Italia. Il ritratto di Firenze è l'ultimo della prima moglie, prima della morte, e può essere datato 1625-1626. E' uno dei migliori esempi dell'attività ritrattistica del maestro. La pulitura eseguita in occasione della mostra ha tolto le vernici ingiallite che offuscavano il colore, ciò è provato dal fatto che è stato eseguito su un solo pezzo di tavola, cosa eccezionale per un dipinto di queste dimensioni. La testa di Isabella Brant è ripresa da un disegno del British Museum (inv. 1892, n.7.31.21; J. S. Held, 1959, I. p. 136, n. 103; L. Burchard e R.-A.d'Hulst, I, 1963, pp. 212-213), che ha la stessa espressione: il disegno è forse di due o tre anni precedente, in quanto è servito da modello per il ritratto del Museum of Art di Cleveland (J. A. Goris e J. S. Held, 1947, n. 1, tav. 11), che presenta varianti nell'atteggiamento e nel costume. Il ritratto del Louvre (R. Oldenbourg, 1921, p. 279, ritenuto erroneamente come Suzane Fourment) e ad un'altra versione già nella collezione Philippe de Rothschild; Van Dyck si servirà in seguito dello stesso disegno rovesciato per il ritratto della National Gallery di Washington (G. Gluck, 1931, p. 114). Non è azzardato affermare che il ritratto di Firenze è l'opera più riuscita del gruppo e va considerata tra i capolavori del Rubens. Ne esistono numerose copie che ne documentano la fama. Oltre al dipinto del Museo delle Belle Arti di Nantes, una copia antica si trova presso la collezione Ruffo della Scaletta a Roma. Un'altra variazione, molto interessante, che sembra eseguita sul ritratto di Firenze è il disegno di Antoine Watteau (Cambridge, Fitzwilliam Museum; esp. Parigi, 1976, pp. 58-59, n. 95). |