dati analitici | Isabella è ritratta a busto, di profilo, in atteggiamento di preghiera e con le mani giunte, mentre fissa lo sguardo su un crocifisso posato su un piano assieme ad un libro di preghiera chiuso ed a un rosario. Veste l'abito grigio di S. Chiara,con soggolo, lungo velo che le copre le spalee ed un berretto a falde tese. Fondo bruno, come il tono generale del dipinto, Tela bianca a maglie sottili. L'opera è inserita in una cornice modanata ocra e bruno chiaro.Soggetti profani. Personaggi: Isabella di Cardona. Vesti ecclesiastiche. Interno. Oggetti: crfocifisso; rosario. |
notizie storico-critiche | Isabella Losa nacque a Cardona, in provincia di Barcellona, nel 1490. Vestito l'abito di S. Chiara dopo la morte del marito, divenne abadessa del monastero "ad pedes curtis" di Barcellona. Ella fu, con Elisabetta Rossella di Barcellona con la quale si recò in Italia, in rapporto con S. Ignazio (cfr. F. AVOGADRO DI QUINTO, Raccolta di fatti re di documenti riguardanti l'Arciconfraternita di San Giuseppe ed il Collegio delle Orfane di Vercelli dalla loro fondazione fino a questi ultimi tempi, Vercelli 1861, pp. 278-280). A Vercelli promosse la formazioned el Collegio delle Orfane (l'atto con cui Roberto Chiara, vicario di mons. Pietro Francesco Ferrerro diede facoltà di erigere una Confraternita di sesso misto, il Collegio delle Orfane e la Chiesa di S. Maria di Loreto è del 10 gennaio 1553), ma probabilmente fui attiva con iniziative analoghe anche in altre città d'Italia.Il Giussano, nella vita di S. Carlòo Borromeo, riferisce che nel 1567 il Santo si prendesse cura a Milano di un'Istituzione, fondata "molti anni innanzi" da "Don Isabella di Aragona" allora già defubnta, con lo scopo di avere "cura in una casa tenuta a pigine" di "molte donne cadute in peccato che erano senza alcun riocdetto" (Id. p. 277, nota D.) che potrebbe essere identificata in Isabella di Carona. Un rapporto, seppure indiretto, fra lei e S. Carlo è anche attestato dal fatto che nel 1556, inperiodo di ammistrizine provvisoria, venisse preposta al governio delle orfane come sua sostituta nei periodi di assenza di Maddalena Borromeo Ferrera Signora di Casalgualone, sorella del padre del santo, cognata del Cardinale Pietro Francesco Ferrero e madre del cardinale Guido Ferrero, ambedue vescovi di Vercelli (ID., pp. 19 e 55). Isabella morì il 5 marzo 1564 e fu sepolta nella chiesa di S. Maria di Loreto. La "effigie naturale" di Isabella era collocata sopra l'epitaffio della sua tomba nalle prima chiesa di S. Maria di Loreto ed ancora nella cappella sotto lo stesso nome presso l'oratorio di S. Giuseppe dopo il trasferimento delle ossa nel 1645 (ID., pp. 14-15). E' probabile che da tale ritratto cinquecentesco derivi il quadro del Collegio che presenta un aspetto arcaico nel volto reso di profilo. Le pieghe dell'abito e le mani sono realizzate con pennellate pastose di ascendenza ancora seicentesca, ma il crocifisso, che ricorda nell'accentuato sventolio del perizoma scultrure anche piemontesi della prima metà del Settecento, e la preparazione della tela rossiccia e liscia, inducono a datetre il dipinto alò XVIII secolo. Nel 1857 il Collegio deliberò di "fare eseguire una copia del ritratto della fondatrice del Collegio da collocarsi nel laboratorio delle Ricoverate: tale spesa tantochè le finanze del Pio luogo il permetteranno" (Vercelli, Archivio del Collegio delle Orfane, Ordianti dal 1856 al 1858, al 6 dicembre 1857), copia che probabilomente non venen mai realizzata. E' questo stesso ritratto settecenetsco che, invece, all'inizio del Novecento, risulta essere collocato nel laboratorio C. PELITTI, La donna nella beneficienza a Vercelli, Vercelli s.d. (ma 1909), pp. 49, 62). Sul dipinto si veda anche Collegio delle Orfane. Vercelli. Celebrazione IV centenario, Vercelli 1954, p. 1. |