notizie storico-critiche | Il busto ritratto dell'avvocato Luigi Rondone-Prina, Intendente Generale del Duca di Genova, segretario particolare e capo ufficio dell'amministrazione del patrimonio privato di S.A.R., risulta eseguito da Antonio Bisetti ad Agliè il 30 agosto 1852, come indica la firma apposta sullo spaccato della spalla sinistra e l'iscrizione incisa sul retro del tondo. Del Prina si conserva in Castello un altro ritratto, speculare a quello qui esaminato, che l'iscrizione sul retro identifica come "la forma peregrina fatta in Agliè nel Trenta Agosto Dell'Intendente Luigi Prina 1852", corrispondente verosimilmente alla forma detta "di seconde impronte", cioè derivata già da un calco positivo (cfr. A. Giusti, a cura di, Sculture da conservare. Studi per una tecnologia dei calchi, Milano 1990, pp. 93-100). Il ritratto in esame appartiene ad una serie di diciannove bassorilievi in gesso conservati nella sala di passaggio della zona nota come Appartamento Chierici, perché utilizzata dal soprintendente responsabile dei restauri e della musealizzazione del castello, ma originariamente denominata "Foresteria sopra le serre", nel mezzanino tra il piano terra e il primo piano (E. Gabrielli, Le decorazioni e gli arredi, in D. Biancolini, E. Gabrielli, a cura di, Il Castello di Agliè. Gli Appartamenti e le Collezioni, Torino 2001, pp. 80, 102 nota 478). Della serie, eseguita da Bisetti tra il 1852 e il 1854, fanno parte, accanto ai ritratti del Duca Ferdinando di Savoia e della Duchessa Elisabetta, quelli della sua Dama d'onore la Contessa Carolina di Villamarina di Campo, del Gran Mastro il Marchese D'Angrogna e di suo figlio Alessandro Gentiluomo di Corte, delle Dame di Palazzo le Contesse della Valle, di Germagnano e Villanova, dei Cavalieri di Compagnia i Marchesi di Villanova, di Sommariva, Asinari di S. Marzano, Lamba Doria e Pallavicini e degli Ufficiali della Casa Militare del Duca il Cavaliere Luigi Prina Intendente Generale, il Marchese Nicolò Rapallo, il Conte Luigi Avogadro di Quaregna e il Marchese Ambrogio Doria. La serie è parzialmente ricordata nelle collezioni del castello a partire dall'inventariazione degli oggetti d'arte compilata dal pittore Sampietro nel 1855, che segnala il ritratto in questione nella "Camera di passaggio" al numero 389, e in quella successiva del 1857, che nella "Saletta di Parata LXII" dei "Mezzanini Inferiori al 1° piano Nobile", al numero 641, ricorda solo "sedici bassi rilievi in gesso" già abbinati alle cornici nere ancora presenti. Non rintracciabile nel 1876, la serie è nuovamente segnalata nel 1908 nell"Anticamera appartamentino N.° 73", ad eccezione del ritratto del Prina che è registrato al numero 212 nella "Sala del Monumento" (attuale Sala dei Valletti). Il busto del Rondone non è riconoscibile neanche nella ricognizione del 1927 che segnala invece gli altri "picoli quadri in gesso" del Bisetti nella "Camera di passaggio (6)" degli "Appartamenti delle LL. AA. RR. il Principe Tomaso di Savoia, Duca di Genova e della Principessa Bona (dal N. 2 al N. 28)". L'inventario del 1964 li registra ancora nella stessa collocazione, cioè nella "Foresteria sopra le serre" "entro cornice nera, quadrata esternamente e tonda nell'interno", valutati in generale 2.500 lire. Lo scultore Antonio Bisetti, originario di Novara, compiuti i primi studi a Varallo (1828-1829), con i fondi stanziati dal Collegio Caccia di Novara, si trasferisce in seguito a Torino e a Roma, dove è allievo di Carlo Finelli, collaboratore nello studio di Thordvalsen. Presente alle esposizioni della Società Promotrice di Belle Arti di Torino dal 1849 (cfr. A. Panzetta, Dizionario degli scultori italiani dell'Ottocento e del primo Novecento, v. I, Torino 1994, p. 50), per il Castello di Agliè Bisetti esegue anche altre opere quali il busto di Gregorio XVI ora nella Galleria d'arte, databile intorno alla metà del XIX secolo e un bassorilievo in marmo rappresentante la Duchessa di Genova a cavallo, ancora segnalata da A. Bertolotti nel 1869 nella "Camera in capo alla Galleria del teatro verde". Lo stesso autore oltre a segnalare i bassorilievi in questione, definiti "lavori per lo più del Bisetti", sempre collocati nei "Mezzanini, nei quali trovasi l'appartamento di S.A.R. la Duchessa di Genova e dei Principi", accenna all'attività di restauratore del giovane scultore, relativamente ad alcuni reperti antichi rinvenuti nella villa della Ruffinella presso Roma nel 1839 e condotti ad Agliè, con particolare riferimento alla statua marmorea di Giove coi fulmini (A. Bertolotti, Passeggiate nel Canavese, Ivrea 1869, p. 28) (continua in OSS). |