notizie storico-critiche | In occasione del trasferimento della sede dal palazzo delle Segreterie di Stato alla residenza dei Savoia-Aosta, l'Amministrazione della Provincia di Torino promosse una serie di acquisti di dipinti antichi presso alcuni privati e antiquari della città al fine di abbellire i nuovi uffici o, forse, di creare un vero e proprio museo, come risulta dai progetti di restauro dell'architetto Giovanni Chevalley. L'opera venne acquistata, unitamente ad altri ritratti e tele databili tra Sei e Settecento da Pietro Accorsi, attraverso la consulenza del direttore dei Musei Civici Torinesi, Vittorio Viale nel 1941 per L. 8.000. L'assenza sul retro della tela o della cornice, ad eccezione delle della serie di etichette patrimoniali dell'Ente e di altre che ne indicano la provenienza dall'antiquario Pietro Accorsi, di ulteriori indicazioni pone il problema della provenienza della tela. Infatti, l'analogia di formato e di cornici con gli altri ritratti acquistati dal celebre antiquario indurrebbe ad ipotizzare che essi provenissero da un'unica collezione, oppure che fossero stati adattati ad un criterio di uniformità in occasione della vendita all'Ente. Nella documentazione allegata agli atti amministrativi il personaggio rappresentato, nonostante l'indicazione a tergo della tela, venne erroneamente indicato come membro di Casa Savoia Carignano con attribuzione al francese Toquet. Da un punto di vista stilistico, l'aulicità della posa rimanda a modelli coevi della magniloquente ritrattistica francese (A. Cifani, P. E. Fiora di Centocroci, F. Monetti, La quadreria e gli ambienti aulici di Palazzo Cisterna, Torino, 1996, p. VIII), in particolare di Hyacinte Rigaud (Perpignan, 1659-Parigi, 1743), sebbene con una maggiore attenzione alla compostezza nella disposizione dei panneggi; per la diffusione del modello di ritratto aulico di Rigaud nell'ambito dell'aristocrazia delle corti italiane, con esempi piuttosto vicini a quello in esame, D. Sanguineti, Il ritratto di Suzanne Henriette d'Elbeuf di Rigaud a Genova: fortuna dei modelli francesi e indagine sulla ritrattistica genovese del Settecento, in P. Caretta-D. Sanguineti (a cura di), Suzanne Henriette d'Elbeuf ultima duchessa di Mantova, catalogo della mostra (Mantova, Palazzo Te, 21 dicembre 2001-27 gennaio 2002), Mantova, 2001pp. 38-67. Appare, pertanto, possibile ipotizzare che il dipinto in esame possa avvicinarsi piuttosto alla produzione del ritrattista, particolarmente apprezzato dal principe elettore Massimiliano di Baviera, assai incline alla produzione figurativa francese, per il quale eseguì diversi ritratti, Vivien Joseph (Lyon, 1657-Bonn, 1734), tra i quali si vedano, in particolare, alcuni esemplari conservati nella residenza di Schleissheim, presso Monaco di Baviera: un'effige matura (dalla Kurfürstliche Galerie di Monaco di Baviera) e, soprattutto, il più noto ritratto di famiglia, Johann Georg Prinz von Hoenzollern, Staatsgalerie Schleissheim, München, 1980. |