notizie storico-critiche | L'idea di costituire la collezione di ritratti di uomini illustri, la cosidetta "gioviana", risale a Cosimo I che a tale scopo nel 1552 inviò a Como il pittore Cristofano dell'Altissimo per copiare la collezione di ritratti raccolta dal vescovo Paolo Giovio. Il Giovio, infatti, fin del 1521, durante un soggiorno fiorentino ospite presso il cardinale Giulio de' Medici, aveva dato inizio alla costituzione della più importante raccolta del genere sia per qualità che per varietà di soggetti (giunse infatti a comprendere ben quattrocento ritratti). Lo stesso Giovio nel 1549, in una lettera pubblicata dal Frey, suggeriva a Cosimo di "mandar un pittorello a casa mia... acciò ne ricavi quelli più famosi, et che più gli gradiranno, per ornare una sala a Castello". Cristofano dell'Altissimo raggiunse Como nel 1552 e da quella data le copie furono inviate a Firenze costantemente. Nel 1568, nell'edizione Giuntina della seconda edizione delle Vite, Vasari elencava circa 220 dipinti (l'elenco è stato riprodotto in Cecchi/Allegri) già presenti in Palazzo Vecchio,in uno dei locali annessi alla guardaroba, la cosiddetta sala del Mappamondo, che Cosimo aveva fatto allestire nel 1563. Con l'avvento al potere di Francesco I il progetto di Cosimo sembra interrompersi, ed infatti dai documenti si registrano solo notizie dell'esecuzione delle copie dalla collezione fiorentina. Il programma riprendeva invece con Ferdinando I, che provvedeva anche a far trasferire la collezione dei ritratti nella sua attuale collocazione, lungo i corridoi degli Uffizi, tra il 1587 e il 1591; nel 1597, infine, Filippo Pigafetta riordinava la raccolta disponendola in base alla professione dei ritrattati. La raccolta, che è stata assai imitata, fu eseguita fino al 1840, contando ben quattrocentonovantadue pezzi. A Cristofano dell'Altissimo spetta il nucleo iniziale di ducentottantaquattro dipinti tutti su tavola. Il dipinto in questione, su tela, non fa parte del nucleo realizzato da Cristofano, ma per ragioni stilistiche sembra riconducibile ad un artista di ambito passignanesco. Tuttavia il dipinto si distingue da quelli che sembrano costituire un gruppo più compatto riconducibili a un unico pittore sempre vicino al Passignano (cfr inv. 1890, nn. 34, 38, 74, 109, 114, 202, 203, 208, 220, 230, 272, 3020, 3029). Il dipinto raffigurante Pietro Angeli entrò in Galleria il 29 ottobre 1729. L'Angeli (1517-1596) detto Pier Angelo Bargeo, fu poeta, scrittore, uomo di lettere, di cui si ricordano i "Poemata Omnia" (1585) e le commemorazioni funebri di Cosimo I e Francesco I de' Medici. |