notizie storico-critiche | L'Ospedale ha origine il 16 maggio 1319 con la donazione, fatta da Guarniero de Pozzolo, di una casa situata presso la porta dei Frari di san Francesvco, al vescovo della diocesi di Asti, all'epoca autorità competente a ricevere la donazione;lo scopo di Guarnerio era quello di creare un Ospedale in grado di accogliere tutti gli infermi, i poveri ed i pellegrini, da qualunque parte vengano (P. CAMILLA, L'Ospedale di Cuneo nei secolo XIV-XVI, p. 3; per i documenti si veda G. GUGLIELMONE, B. GALIMBERTI, 600 anni di vita dell'Ospedale di S. Croce di Cuneo ed annesso Monte di Pietà, Cuneo 1919, pp. 57-58). La costruzione dell'attuale edificio dell'antico Ospedale fu iniziata nel giugno 1732 su disegno di Bruno di Samone e risulta essere eseguito in ogni sua parte solo nel 1783 (ID., pp. 170, 177). Fino alla seconda guerra mondiale la serie dei ritratti dei benefattori era collocata presso l'Antico Ospedale di S. Croce (comunicazione orale del Rettore della Confraternita di S. Croce, Geometra Giuseppe Rosso); dopo la guerra, in data sconosciuta, sono stati trasportati in una soffitta della chiesa di S. Croce e nel 1973 venivano portati nel solaio del nuovo Ospedale, dove ricevevano un inventario. I ritratti, come tutti gli oggetti mobili dell'Antico Ospedale, sono diventati proprietà comunale dal dicembre 1979. Sappiamo dal testamento redatto in data 8 novembre 1752 che il protomedico Sebastiano Pignone, spesso menzionato in modo discontinuo nei pagamenti semestrali (Cuneo, Ospedale di S. Croce, Archivio Ospedale di S. Croce, Libro controllo dei conti n. 25 dal 1737 al 1753) istituisce suo erede universale l'Ospedale, con obbligo di somministrare i medicinali ai Padri della Madonna degli Angeli (Cuneo, Ospedale di S. Croce, Archivio Ospedale di S. Croce, Libro dei documenti n. 13 dall'anno 1735 fino al 1752, fol. 174; G. GUGLIELMONE, B. GALIMBERTI, 600 anni di vita dell'Ospedale di S. Croce di Cuneo ed annesso Monte di Pietà, Cuneo 1919, p. 141). L'ignoto pittore, attivo probabilmente alla seconda metà del XIX secolo, come suggerisce il confronto con la tela raffigurante Giovanni Paolo Franco, cordina parti di vestimentario in uso nel Sette e nell'Ottocento, come ad esempio il dettaglio della cravatta nera annodata e dello jabot, in uso nell'Ottocento, unito al motivo dei paramani con bottoni, tipici, invece del Settecento (R. LEVI PISETZKY, Storia del costune in Italia, Milano 1969, V. V, 1967, V. IV, pp. 141-211). |