notizie storico-critiche | Acquistata da collezione privata nel 1984 come originariamente proveniente da collezione nobiliare piemontese, la Sacra Famiglia della Galleria Sabauda è stata attribuita a Caracca da Giovanni Romano (1985, p. 218, nota 32) ed il richiamo all’artista di Haarlem è stato ribadito nella successiva letteratura critica (Guide brevi, I 1991, p. 44; Bava 1995, p. 216, nota 91; Sluiter 2002, p. 271, Astrua 2005, pp. 18-19; Piretta 2005; Meijer W., Sluiter G., Squellati Brizio P., III.1 2011, p. 319, n. 499). L’opera è riconducibile alla fase giovanile del Caracca entro la quale si colloca anche la tavola dei Tre armati in preghiera davanti alla Vergine col Bambino, conservata alla Sabauda (Piretta 2005, in Astrua, Bava, Spantigati 2005, a cura di, scheda 2 pp. 72-73), e la Sacra famiglia con Santa Elisabetta e San Giovannino della chiesa di Saint-Maurice ad Annecy, firmata e datata 1578 (Arnaldi di Balme 2005, in Astrua, Bava, Spantigati 2005, a cura di, scheda 3 pp. 74-75). Tali opere rientrano nel ristretto nucleo di dipinti a tema sacro dell’artista olandese il quale, più noto per la sua attività di ritrattista, nella pittura di storia mostra di prediligere temi devozionali mariani che saranno caratterizzanti della vita e della politica religiosa del ducato di Carlo Emanuele I di Savoia (Arnaldi di Balme 2005; Galante Garrone 2006, p. 53). L’assetto compositivo dell’opera è giocato sulla giustapposizione di due gruppi: sulla sinistra il tendaggio verde annodato e la Vergine con il Bambino che sfoglia il libro, sulla destra la figura di San Giuseppe. Il primo gruppo dichiara un’ispirazione a modelli iconografici raffaelleschi, seppur filtrati attraverso la cultura nordica di Caracca, e in particolare a due incisioni realizzate da Marcantonio Raimondi e Antonio Veneziano, entrambi memori della Madonna di Foligno di Raffaello, soprattutto per il movimento di Gesù che sembra scavalcare dinamicamente il ginocchio di Maria. L’incisione di Marcantonio Raimondi, in particolare, rappresenta una Sacra Famiglia del tutto affine per l’abbigliamento, la posa della Vergine e la tenda annodata sullo sfondo, mentre l’opera del Veneziano raffigura una Madonna col Bambino incoronata da un angelo (Piretta in Astrua, Bava, Spantigati 2005, a cura di, scheda 2 p. 72). Il San Giuseppe testimonia invece, nei tratti quasi grotteschi del volto, il legame ancora molto vivo con la tradizione fiamminga tanto che la figura sembra ispirata ai personaggi fortemente caratterizzati di Joos van Cleve, quali ad esempio gli apostoli nella predella del Compianto di Cristo con San Nicola da Tolentino, santa Chiara e donatori del Louvre (1520-25) proveniente da Santa Maria della Pace a Genova (ibidem). Il San Giuseppe è stato inoltre interpretato da Giovanni Romano come una testa ritratto del magistrato senatore Antonino Tesauro, immortalato in un’incisione conservata alla Galleria Sabauda e realizzata da Alessandro Ardente e Giacomo Fornasieri ad illustrazione delle Novae decisiones senatus pedemontani, che potrebbe testimoniare l’apprezzamento goduto da Caracca presso la committenza qualificata della corte (Astrua 2005, p. 19). Rispetto alle altre opere attribuite a Caracca, la Sacra Famiglia della Sabauda si rivela quindi come un’opera precoce dell’artista, ancora fortemente legata alla cultura d’origine del maestro e pertanto databile intorno all’anno 1568, quando il pittore viene documentato per la prima volta al servizio del duca Emanuele Filiberto. Tale dato sembra confermato dalla resa meno morbida e raffinata rispetto alle opere successive, come ad esempio la tavola con i Tre armati in preghiera. L’acconciatura e l’abbigliamento della Vergine, incentrato sulle cromie del rosso e del verde, avvicina la Sacra Famiglia della Sabauda sia alla tavola con medesimo soggetto di Saint-Maurice ad Annecy che alla Presentazione di Gesù al Tempio del Museo Civico d’Arte Antica di Torino proveniente da San Domenico e attribuibile a Giacomo Rossignolo (Arnaldi di Balme in Astrua, Bava, Spantigati 2005, a cura di, scheda 6, pp. 80-81). Affinità stilistiche e compositive con i soggetti sacri del pittore olandese sono ravvisabili anche nella tela della Sacra Famiglia con San Giovannino del Museo Civico di Asti, ora in deposito a Palazzo Ottolenghi, riferita nel Repertory of Dutch and Flemish Painting in Italian Public Collections (III.1, p. 319, n. 499) all’ambito di Giovanni Caracca. |