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Opera d'arte San Biagio e Sant'Ambrino (?) di Martorana Gioacchino (1735/ 1799), a Alseno

L'opera d'arte San Biagio e Sant'Ambrino (?) di Martorana Gioacchino (1735/ 1799), - codice 08 00259785 di Martorana Gioacchino (1735/ 1799), si trova nel comune di Alseno nella provincia di Piacenza
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto
soggettoSan Biagio e Sant'Ambrino (?)
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00259785
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, PC, Alseno
datazionesec. XVIII seconda metà; 1750 - 1799 [iscrizione]
autoreMartorana Gioacchino (1735/ 1799),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurem., alt. 4.50, largh. 2.35,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico non territoriale
dati analiticiLa pala centinata è inserita in una cornice in stucco modanata e raffigura probabilmente San Biagio seduto sulle nubi con le braccia aperte, attorniato da puttini che lo stanno inconorando. Il Santo con la barba indossa un piviale ricamato in oro che lascia intravedere una veste coi polsi di pizzo. In basso a sinistra, inginocchiato, c'è un giovane Santo che indossa un abito di tipo molitare con una cintura ed un mantello. A destra due puttini reggono un elmo ed una spada, attributi che sembrano identificare il Santo in Sant'Ambrino.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheLa presenza di un artista meridionale a Castelnuovo si spiega col fatto che il duca Giovanni Sforza Fogliani ebbe l'incarico da parte di Carlo III di Borbone di vicerè del Regno delle due Sicilie dal 1755 al 1774. Probabilmente il Martorana o la sua bottega eseguirono anche le restanti pale della chiesa. Certamente per lo stesso committente eseguì un ritratto conservato nella Galleria dei Vicerè del Palazzo Reale di Salerno. L'artista, dopo un apprendistato presso il padre, si collegò all'ambiente rococò romano che faceva capo al Conca ed al Benefial. A queste componenti si coniuga un classicismo di matrice batoliana, visibile nelle grandi tele delle chiese palermitane. Sono vicine alla pala di Castelnuovo alcune opere della fine degli anni sessanta, in particolare il dipinto delle Vergini palermitane al cospetto della Trinità per la Chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi e la tela con i Quaranta Martiri della Badia Nuova a Palermo. La datazione si inserisce nella fase tarda della produzione del pittore, in un arco che va dal 1768, probabile data di inizio della costruzione della chiesa, al 1779, data di morte del pittore o al 1774, anno in cui cessa la carica di Vicerè del Fogliani. La composizione denota un impianto solido, è a forma piramidale e rieccheggia esempi napoletani della metà del secolo XVIII. Particolarmente felice risulta la minuziosa descrizione del tessuto damascato del piviale, ed una notevole maestria risulta nella realizzazione delle mani. Biliografia: Siracusano C., 1986.
bibliografiaCeschi Lavagetto P.( 1979)
definizionedipinto
regioneEmilia Romagna
provinciaPiacenza
comuneAlseno
ente schedatoreS36 (L. 145/92)
ente competenteS36
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Piccirilli D.; Funzionario responsabile: Ceschi Lavagetto P.; Trascrizione per informatizzazione: Viola J. (1997); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ TAI (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1995
anno modifica2006

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