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Opera d'arte San Gioacchino cacciato dal tempio di Giovanni da Milano (notizie 1346-1369), a Firenze

L'opera d'arte San Gioacchino cacciato dal tempio di Giovanni da Milano (notizie 1346-1369), - codice 09 00281086 - 7 di Giovanni da Milano (notizie 1346-1369), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in chiesa, basilica francescana conventuale, Chiesa di S. Croce, chiesa e convento di S. Croce, piazza S. Croce, sagrestia, cappella (Rinuccini già Guidalotti)
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, parete sinistra, in alto
soggettoSan Gioacchino cacciato dal tempio
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00281086 - 7
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzepiazza S. Croce
contenitorechiesa, basilica francescana conventuale, Chiesa di S. Croce, chiesa e convento di S. Croce, piazza S. Croce, sagrestia, cappella (Rinuccini già Guidalotti)
datazionesec. XIV terzo quarto; 1359 (post) - 1366 (ca.) [documentazione]
autoreGiovanni da Milano (notizie 1346-1369),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
misurealt. 315, largh. 520,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero dell'Interno, Fondo Edifici di Culto (F.E.C.)
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: Gioacchino. Figure: astanti; offerenti. Ecclesiastici: sacerdoti; suore. Abbigliamento: contemporaneo; all'antica. Interno. Costruzioni: chiesa. Elementi architettonici: porticato; tamburo; abside. Animali: agnelli. Decorazioni: rosoni; gattoni; archetti pensili; motivi floreali.
notizie storico-criticheLa decorazione della cappella era tradizionalmente attribuita, sulla scorta di Vasari, a Taddeo Gaddi. Fu per primo il Cavalcaselle, per ragioni stilistiche, a fare il nome di Giovanni da Milano quale autore, attribuzione confermata poi dai documenti resi noti da Milanesi nel 1878. Si era sempre ritenuto che i committenti della cappella fossero stati i Rinuccini e che fosse da intendere come termine ante quem, per la datazione, il 1371 scritto sulla cancellata in ferro battuto. I restauri degli anni '60 hanno invece dato risultati sorprendenti, non solo perche' gli affreschi sono stati liberati dalle pesanti ridipinture appostevi nel XVIII secolo da Agostino Veracini e da Filippo Giarre' ma perche' sotto lo stemma Rinuccini (risultato dipinto a tempera) e' venuto fuori, a buon fresco, quello della famiglia Guidalotti, originaria patrona della cappella e committente degli affreschi. In particolare,la decorazione fu eseguita con il denaro lasciato nel 1350 da Lapo di Lizio Guidalotti alla societa' di S. Maria dell'Orto a Orsammichele. I lavori pero' non furono avviati che 9 anni dopo la morte del Guidalotti e procedettero sempre fra ritardi e difficolta', anzi, forse proprio le inadempienze nei pagamenti furono la causa dell'abbandono del lavoro da parte di Giovanni da Milano. L'interruzione dei lavori avvenne dopo il 1366 mentre il passaggio di patronato ai Rinuccini si verifico' dopo il novembre 1370, poiche' a questa data la compagnia di Orsammichele pagava ancora la quietanza ai frati secondo le disposizioni del Guidalotti. Entro il 1371, data impressa sulla cancellata, la cappella doveva comunque essere terminata anche nell'ordine inferiore dove intervenne, per ordine del nuovo patrono, un pittore fiorentino noto come "Maestro della cappella Rinuccini" e che il Bellosi nel 1973 ha proposto di identificare con Matteo di Pacino per le somiglianze con un polittico, firmato e datato da questo artista, raffigurante la "Incoronazione della Vergine" (gia' a Roma in collezione Stroganoff). Una ulteriore prova della interruzione dei lavori fra primo e secondo ordine di scene e' data dalla mancanza delle iscrizioni esplicative delle storie, iscrizioni che in Giovanni da Milano si ritrovano spesso (cfr. rotuli e cartigli vicino ai profeti della volta e agli apostoli del sottarco) e sono espressioni di un intento didascalico. Un problema a se' stante per la storia della cappella e' data da un libro dell'Aiazzi edito a Firenze nel 1840. La tavola I e' una incisione realizzata da G. P. Lasinio su disegno di Giuseppe Gozzini nella quale e' visibile una veduta generale della cappella. La parete di fondo, al posto delle attuali bifore, ha finestre quadrate e 4 archi a tutto tondo nella parte inferiore. Si ignora quando siano state fatte le modifiche basate, come e' probabile supporre,sul ritrovamento delle finestre originali. Unica indicazione sicura e' che questi lavori furono eseguiti anteriormente al 1934, anno dell'inventario del Bacci, nel quale le due bifore sono gia' citate.
altre attribuzioniGaddi, Taddeo
committenzaGuidalotti Lapo di Lizio (1350/ ca.)
bibliografiaCrowe J. A./ Cavalcaselle G. B.( 1864-1866)v. I p. 406; Vasari G.( 1878-1885)v. I p. 572 n. 2; Procacci U.( 1961)pp. 49-66; Bellosi L.( 1973)pp. 7-10; Giovanni Milano( 1980)pp. 72-87; Santa Croce( 1985)pp. 161-183; Aiazzi G.( 1840)
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzopiazza S. Croce
ente schedatoreL. 41/1986
ente competenteS128
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Maccioni P.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: Orfanello T. (1999), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Rensi A. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1988
anno modifica1999; 2006
latitudine43.768963
longitudine11.260609

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