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Opera d'arte San Girolamo in meditazione a Torino

L'opera d'arte San Girolamo in meditazione - codice 01 00350803 si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoSan Girolamo in meditazione
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00350803
localizzazioneITALIA, Piemonte, TO, Torinovia XX Settembre, 86
contenitorepalazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
datazionesec. XVII prima metà; 1600 (post) - 1650 (ante) [analisi stilistica]
ambito culturaleambito veneto(analisi stilistica)
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurecm, alt. 55, largh. 47,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiIl retro del dipinto non presenta traversature o sistemi di rinforzo. Si evidenzia solamente un sistema di ancoraggio alla cornice. La cornice è intagliata e dorata, con fitti decori.Personaggi: San Girolamo. Attributi: (GEROLAMO) pietra; crocifisso.
notizie storico-criticheFu acquistato per la Pinacoteca dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1891 dietro segnalazione di Cavalcaselle (1891) che lo riteneva opera di Tiziano. Proviene dalla collezione padovana del dottor Leandro Sotti e prima ancora dalla raccolta dei conti Burin, secondo Baudi di Vesme (1899) proprietari del dipinto almeno dalla fine del Settecento. La paternità è ritenuta certa da Cavalcaselle, che pur sottolineava la discrepanza dell’opera in rapporto alle varianti d’analogo soggetto a noi note e realizzate su tavola o su tela, ma concordi nel rappresentare il santo a figura intera e non a mezza come nel presente caso. A suo giudizio il dipinto era collocabile tra la cosiddetta seconda e terza maniera del maestro, cioè tra il 1550 e il 1560, quando cioè i suoi dipinti andarono acquisendo uno stile più mosso e vibrato e una materia poco finita (Cavalcaselle, 1891). Nonostante le riserve espresse in merito all’autografia e alla qualità del dipinto da Jacobsen (1897), disposto tuttavia ad ascriverlo a una fase creativa del maestro caratterizzata dalle “ombre opache e nerissime” e dalle “forme fluttuanti e indecise”, la critica non ha sinora saputo avanzare nomi alternativi pur dimostrandosi scettica ad avvallare con risolutezza l’autografia tizianesca. Cosicché Arslan in una comunicazione orale del dicembre 1969 (in Gabrielli, 1971) si limitava a rigettare l’altisonante attribuzione, Wethey (1969) a proporre una generica ascrizione alla scuola veneziana del XVI secolo, la Gabrielli (1971) a un anonimo imitatore del Cadorino, mentre nelle più recenti schede del Museo (Garavelli, 2005) si riporta l’attribuzione storica e si indica un parametro cronologico di riferimento attorno al 1544 circa. Per via del corpo della pennellata, che tuttavia infrange i contorni anatomici della figura, del colore corrusco e pastoso e in mancanza di dati risolutivi si crede invece più opportuno inserire il dipinto all’interno del cosiddetto revival tizianesco della prima metà del secolo successivo.
altra localizzazioneluogo di provenienza: ITALIA, Veneto, PD, Padova; luogo di provenienza: ITALIA, Veneto, PD, Padova; luogo di esposizione: ITALIA, Piemonte, TO, Torino; luogo di deposito: ITALIA, Piemonte, TO, Moncalieri
altre attribuzioniVecellio TizianoAmbito veneziano (del XVI secolo)Vecellio Tiziano (imitatore di)
bibliografiaCavalcaselle, Giovanni Battista( 1891)pp. 6-7, 139; Jacobsen, Emil( 1897)p. 140; [Baudi di Vesme, Alessandro]( 1899)p. 64; [Baudi di Vesme, Alessandro]( 1909)p. 66; Fischel, O.( 1922)p. 233; Pacchioni, Guglielmo( 1932)p. 26; Gabrielli, Noemi( 1959)p. 31;
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzovia XX Settembre, 86
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Accornero, Chiara; ; Funzionario responsabile: Referente scientifico: Gabrielli, EdithMoratti, Valeria
anno creazione2012
latitudine45.073139
longitudine7.684548

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