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Opera d'arte San Matteo evangelista di Salvetti Lodovico (notizie metà sec. XVII), a Firenze

L'opera d'arte San Matteo evangelista di Salvetti Lodovico (notizie metà sec. XVII), - codice 09 00742262 di Salvetti Lodovico (notizie metà sec. XVII), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia
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bene culturalescultura
soggettoSan Matteo evangelista
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00742262
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenze
datazionesec. XVII ; 1645 (ca) - 1648 (ante) [bibliografia]
autoreSalvetti Lodovico (notizie metà sec. XVII),
materia tecnicamarmo bianco di Carrara/ scultura
misurecm, alt. 250, largh. 126,
condizione giuridicaproprietà Stato
dati analiticistatua di figura stante su piedistalloPersonaggi: San Matteo. Attributi: (San Matteo) angelo; libro.
notizie storico-criticheLe quattro sculture della cappella Serragli raffigurano gli evangelisti e furono realizzate da due scultori molto attivi nella prima metà del Seicento anche su committenze granducali. Domenico Pieratti fu il responsabile del San Giovanni Evangelista e del San Luca entrambi collocati sulla parete dell'altare. Lodovico Salvetti fu invece l'autore del San Marco e del San Matteo, forse eseguiti per primi e collocati in un primo tempo sulla parete dell'altare come sembrerebbe dimostrare l'orientamento dello sguardo delle due figure, per essere spostati per far posto alle due opere del Pieratti. Le sculture sono ricordate nella cappella dalle fonti ma nonè documentata l'epoca della loro esecuzione, che si può forse collocare alla fine del lungo percorso decorativo della cappella Serragli, quasi alla metà del XVII secolo, potendole ritenere eseguite prima della morte di GIuliano Serragli, responsabile dell'intera committenza, nel 1648. Per quanto riguarda i contributi critici su queste opere fondamentali sono quelli del Pizzorusso, il quale a proposito del Pieratti rileva un affermarsi della tendenza ad accogliere soluzioni barocche, con esiti soprattutto nel san Giovanni, di sensibilità pittorica inusuale. In questa figura l'artista recupera nella posa modelli classici, come il Satiro Flautista della Galleria Borghese, escludendo ogni tono eroico ed anzi conferendo alla composizione un tono quotidiano nel cogliere in giovane in un momento di ispirata meditazione. Lo stesso Pizzorusso nota invece nel Salvetti un recupero neo primitivo nella semplificazione geometrica delle sue figure che evocano quasi i profeti del campanile del Duomo.
committenzaSerragli Giuliano (1594/ 1648)
bibliografiaBocchi F./ Cinelli Calvoli G.( 1677)p. 10; Fallani V.( 1996)p. 175; Fantozzi F.( 1842)p. 431; Follini V./ Rastrelli M.( 1789-1802)v. III p. 223; Del Migliore F.( 1684)p. 214; Richa G.( 1754-1762)v. VII p. 140; Chiesa convento( 1989-1990)v. II p. 268; Pizz
definizionescultura
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Romagnoli G.; Funzionario responsabile: Sframeli M.Teodori B.
anno creazione2010

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