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Opera d'arte Sant'Eldrado a Novalesa

L'opera d'arte Sant'Eldrado - codice 01 00210264 si trova nel comune di Novalesa nella provincia di Torino
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bene culturalescultura, opera isolata
soggettoSant'Eldrado
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00210264
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, Novalesa
datazionesecc. XV/ XVI fine/inizio; 1490 - 1510 [analisi stilistica; bibliografia]
ambito culturalebottega piemontese(bibliografia; analisi stilistica)
materia tecnicalegno/ scultura/ doratura/ pittura
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiIl personaggio è rappresentato stante. Indossa la veste monastica di colore nero, caratterizzata da lunghe pieghe parallele, con cappuccio, porta la tonsura e la barba. Un braccio è piegato e nella mano tiene il pastorale (l'elemento non è originale), l'altro è appoggiato lungo il corpo e la mano tiene uno spesso volume con legatura rossa mostrato di tre quarti, in modo da far notare il taglio delle pagine e le fasce di chiusura dei piatti.Soggetti sacri. Personaggi: Sant'Eldrado. Abbigliamento. Attributi: (Sant'Eldrado) pastorale.
notizie storico-criticheIl santo è rappresentato con il pastorale, simbolo della dignità abbaziale, e con un poderoso volume nell'altra mano, forse allusivo all'iconografia del fondatore dell'ordine, San Benedetto da Norcia (480-547), spesso rappresentato con il libro contenente la "Regola". L'opera era originariamente collocata nella cappella di Sant'Eldrado, ove è conservato uno dei più antichi cicli di affreschi dedicato alla vita del santo, come risulta dagli inventari dei beni dell'abbazia a partire dalla seconda metà del XVI secolo (G. Gentile, Antichi arredi della Novalesa, in Nuove scoperte alla Novalesa. Raccolta di studi presentati al convegno per il 1250esimo dell'atto di donazione di Abbone alla abbazia benedettina, "Segusium. Società di ricerche e studi valsusini" n. XIII, 1979, pp. 92, 110). Molto probabilmente, venne trasferita in chiesa al ritorno dei religiosi a Novalesa nel 1818, quando giunsero all'antica abbazia dal rifugio del Moncenisio i frati trappisti, di regola benedettina, di Tamiè (G. Lunardi, L'Abbazia di Novalesa nel secolo XIX, Pinerolo, 1996, pp. 21-24), oppure con la riapertura dell'edificio al culto nel 1884/85 a seguito dell'acquisizione da parte del Convitto Umberto I, dal momento che non figura indicato nell"Inventaire des ornaments, linges et meubles de l'eglise du monastère del al Novalèse" del 30 giugno 1827 (AST, Corte, Abbazie, Novalesa). Eldrado, orginario di una famiglia aristocratica di Lambec, in Provenza, è documentato come abate di Novalesa da due carte del 825 e 827 d.C., nel momento di massimo splendore dell'abbazia. La cappella a lui intitolata all'interno del complesso abbaziale venne eretta da Giacomo delle Scale, priore del monastero dal 1229 al 1265, V. Gilla Gremigni, in Bibliotheca Sanctorum, vol III, Roma, 1964, pp. 982-985; D. Mazzucco, Eldradus: abate di Novalesa e santo, in "Segusium", n. 38, settembre, Susa, 1999, pp. 175-178. L'opera, come parte degli arredi sacri della chiesa, non figura nell'inventario dei beni consegnati dal Convitto Umberto I alla Provincia di Torino all'atto di acquisto.
bibliografiaBibliotheca Sanctorum( 1964)v. III, pp. 982-985; Gentile G.( 1979)pp. 92, 110; Lunardi G.( 1996)pp. 21-24; Mazzucco D.( 1999)v. 38, pp. 175-178
definizionescultura
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneNovalesa
ente schedatoreTO
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Facchin L.; Funzionario responsabile: Mossetti C.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Rocco A. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2003
anno modifica2007

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