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bene culturale | dipinto murale, complesso decorativo |
soggetto | Sant'Ugo e l'apparizione di Gesù nell'ostia (parete destra), Elemosina di Sant'Anselmo ai poveri (parete frontale) |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 03 00702317 - 0 |
localizzazione | ITALIA, Lombardia, PV, Certosa di Paviaviale Monumento, 4 |
contenitore | chiesa, Chiesa della Certosa delle Grazie, Certosa di Pavia, viale Monumento, 4, seconda cappella a destra |
datazione | sec. XVII ; 1659 - 1659 [documentazione] |
autore | Cane Carlo (1615/ 1685), Carlo d'Ur (notizie 1659), Valletta (notizie 1630/ 1660), |
materia tecnica | intonaco/ pittura a fresco |
misure | cm, alt. 640, largh. 507, cm, alt. 640, largh. 517, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Demanio |
dati analitici | NR (recupero pregresso)Personaggi: Sant'Anselmo; Sant'Ugo. Figure: angeli. |
notizie storico-critiche | Nonostante qualche sporadico riferimento a Carlo Carlone, gli affreschi della seconda cappella di destra sono oggi per lo più attribuiti a Carlo Cane, autore anche della decorazione della sesta cappella di sinistra. Accanto al Cane lavorò un pittore tedesco, Carlo d'Ur, menzionato nel manoscritto dell'Ambrosiana: "1659: l'istoria è di Carlo d'Ur e Carlo Cane". Secondo Pesenti (1968), gli angeli sono di Carlo Cane, probabilmente autore anche dell'Elemosina di Sant'Anselmo, mentre la Messa di Sant'Ugo, di qualità inferiore, sarebbe di Carlo d'Ur.||Il riquadro principale della parete destra rappresenta appunto l'apparizione di Gesù Bambino nell'ostia durante la celebrazione della messa da parte di Sant'Ugo, vescovo di Lincoln (la mitria vescovile è poggiata a terra). Il Santo è accompagnato dai suoi tipici attributi: il calice, qui rappresentato davanti al Bambino sulla mensa dell'altare, e il cigno bianco, che sempre lo seguiva e non lo abbandonò mai fino alla morte. E' da notare che all'interno della decorazione della cappella grande rilievo viene dato al calice: esso è rappresentato sia nella appena citata messa di Sant'Ugo sia nel paliotto dell'altare, tra le mani del Santo morto trasportato alla tomba dai certosini (terzo riquadro). Un ultimo elemento da rilevare nella scena è il tappeto, di derivazione orientale, che sembrerebbe presupporre da parte del pittore la conoscenza dei prodotti che arrivavano dall'Oriente sul mercato veneziano. Un ulteriore indizio in tal senso viene dal turibolo alla veneziana retto dal monaco certosino a sinistra del riquadro principale. Sopra la messa, un gruppo di angeli assiste al miracolo. L'isolamento degli angeli in un riquadro autonomo trova un precedente nel dipinto di analogo soggetto della cappella Acerbi dell'Annunciata nella chiesa di Sant'Antonio Abate a Milano, opera di Giulio Cesare Procaccini (A. Spiriti, comunicazione orale).||Le quadrature, solitamente attribuite al Valletta, sono state recentemente assegnate (A. Spiriti, 2008) a Giovanni Ghisolfi, che le avrebbe realizzate dopo il viaggio compiuto a Roma. |
definizione | dipinto murale |
regione | Lombardia |
provincia | Pavia |
comune | Certosa di Pavia |
indirizzo | viale Monumento, 4 |
altri codici | sito |
ente schedatore | S27 |
ente competente | S27 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Curti, Elisa; Funzionario responsabile: Lodi, Letizia |
anno creazione | 2011 |
latitudine | 45.256213 |
longitudine | 9.146125 |