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Opera d'arte Santa Chiara di Crespi Giuseppe Maria detto Spagnoletto (1665/ 1747), a Modena

L'opera d'arte Santa Chiara di Crespi Giuseppe Maria detto Spagnoletto (1665/ 1747), - codice 08 00283114 di Crespi Giuseppe Maria detto Spagnoletto (1665/ 1747), si trova nel comune di Modena, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Palazzo Coccapani, Corso Vittorio Emanuele, 95, Galleria Estense, box, cassetto D9, lato sinistro
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bene culturaledipinto
soggettoSanta Chiara
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00283114
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, MO, ModenaCorso Vittorio Emanuele, 95
contenitorepalazzo, Palazzo Coccapani, Corso Vittorio Emanuele, 95, Galleria Estense, box, cassetto D9, lato sinistro
datazionesec. XVIII metà; 1740 - 1760 [analisi stilistica]
autoreCrespi Giuseppe Maria detto Spagnoletto (1665/ 1747),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 158, largh. 99,
condizione giuridicaproprietà Stato, Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico di Modena e Reggio Emilia - Galleria Estense
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: Santa Chiara. Attributi: (Santa Chiara) ostensorio. Interno. Suppellettili ecclesiastiche: candelieri.
notizie storico-criticheTra i dipinti provenienti dall'Istituto Figlie della Provvidenza per le sordomute di Modena, questo raffigurante Santa Chiara attirò più degli altri l'attenzione di A. Ghidiglia Quintavalle, che vi riconosceva un'interessante vicinanza ai modi di Giuseppe Maria Crespi. Nel 1978 G. Bonsanti presentò l'opera alla "Mostra di Restauri tra Modena e Reggio" con l'attribuzione al maestro bolognese, non mancando di sottolineare però che, nonostante la "splendida" idea compositiva, l'esecuzione risultava "non sufficientemente robusta e piena". Lo studioso insinuava così il dubbio che l'invenzione fosse dovuta al Crespi, ma che la traduzione pittorica fosse da riferire al figlio Luigi. Carlo Volpe, recensendo il catalogo della mostra, non nascondeva qualche perplessità nell'accettare l'attribuzione a Giuseppe Maria Crespi, mentre Mira Merrimann ignorava completamente il dipinto nella sua monografia sull'artista (1981). Riferita da Ghiraldi (1990) all'ambito dello Spagnoletto, la tela può forse ascriversi all'altro figlio del Crespi, Antonio, attivo anche come copista delle opere del padre. Il dipinto della Galleria Estense si avvicina ai modi dello Spagnoletto per la pennellata e la materia pittorica pastosa, quasi monocroma. La posa della gamba della Santa cita in controparte quella della Sibilla dipinta dal maestro bolognese nell'"Enea, la Sibilla e Caronte" del Kunsthistoriches Museum di Vienna (1697 ca.; cfr. Viroli 1990) ma l'effetto è quello di un'anatomia inconsistente. La fattura piatta dell'ostensorio, che poggia malamente sul piano dell'altare, rimanda alla maniera di Antonio e trova confronti nel suo "Sant'Antonio nello studio" in collezione privata (cfr. Evangelisti 1990), in cui elementi di una certa qualità di ascendenza crespiana convivono con altri, scadenti a livello esecutivo.
bibliografiaBonsanti G.( 1978)p. 29; Volpe C.( 1979)pp. 78-81; Ghiraldi G.( 1990)pp. 34-35; Evangelisti S.( 1990)p. 260, n. 131; Viroli G.( 1990)p. 30, n. 15
definizionedipinto
regioneEmilia Romagna
provinciaModena
comuneModena
indirizzoCorso Vittorio Emanuele, 95
ente schedatoreS28
ente competenteS28
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Tommaselli D.; Funzionario responsabile: Bernardini M.G.; Trascrizione per informatizzazione: Tommaselli D. (2003); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Tommaselli D. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2003
anno modifica2006
latitudine44.650801
longitudine10.930868

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