notizie storico-critiche | L'immagine di S. Sofia è stata datata da Tommaselli tra la fine del sec. X II e gli inizi di quello successivo (Tommaselli, 1988, p. 70); in Le chies e rupestri di Matera e Chiese e asceteri di Matera l'immagine di S. Sofia è considerata "il punto di sutura" tra due diverse tecniche in quanto, pur essendo stata dipinta utilizzando le graduazioni di bruno, tecnica che a Matera è più frequente nelle produzioni più antiche, è vivacizzata dalle d ecorazioni del mantello (si vedano: Le chiese rupestri di Matera, 1966, p. 95 e Padula-Motta-Lionetti, 1995, p. 74). Marcato, infine, confronta la S . Sofia (che data tra la fine del sec.XII-inizi XIII) con le sante di Mont e d'Elio a Sannicandro Garganico (Marcato, 1995, p. 534), dipinti, però, r itenuti da altri studiosi databili tra la metà e lla fine del sec. XIII (F alla Castelfranchi, 1991, p. 251).Il confronto con queste opere e con la s anta Martire della cripta di S. Spirito a Matera aiuta a collocare cronolo gicamente la S. Sofia agli inizi del sec XIII, al massimo al secondo decen nio. E' evidente come il pittore induca ad un certo linearismo, elemento c he è solitamente sintomatico di una certa arcaicità della figura, soprattu tto nel modo di rendere i tratti somatici, così come è chiaro che l'appara to decorativo delle vesti, di probabile derivazione iconica, serve a dista ccare la figura dal mondo reale, creando un'atmosfera d'imperturbabilità. Devo notare che, differentemente dal S. Gilius, sempre nella cripta della Madonna degli Angeli (MT), e dalla probabile S. Barbara della cripta dello Spirito Santo, opere a mio avviso più tarde, la S. Sofia presenta una tav olozza cromatica meno vivace, più frequente a Matera, in opere del sec. XI I o databili a cavallo dei secoli XII-XIII, elemento già evidenziato negli studi citati.L'uso, però, di un vocabolario decorativo così ricco per le vesti è frequente soprattutto in seguito alla quarta Crociata (1204), ragi on per cui, verosimilmente, ritengo più corretta una datazione ai primi de cenni del sec. XIII. Voglio, infine, osservare la rarità del culto di S. S ofia in Italia meridionale, almeno stando alle immagini pervenuteci. |
bibliografia | Chiese rupestri di Matera( 1966)V. I, p. 95 e pp.238-239; Tommaselli M.( 1988)V. I, p. 70; S.Nicola dei Greci( 1990)V. I, p.127; Falla Castelfranchi M.( 1991)V. I, p. 251; Marcato E.( 1995)V. I, pp. 523-549; Padula M./Motta C./Lionetti G.( 1995)V. I, p. 7 |