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Opera d'arte Speranza di Montelatici Francesco detto Cecco Bravo (1607/ 1661), a Firenze

L'opera d'arte Speranza di Montelatici Francesco detto Cecco Bravo (1607/ 1661), - codice 09 00192317 di Montelatici Francesco detto Cecco Bravo (1607/ 1661), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in convento, servita, Convento della S.ma Annunziata, Chiesa e convento della SS. Annunziata, piazza SS. Annunziata, pianterreno, secondo chiostro, parete di fondo entrando dall'ingresso collegato con il cortile coperto, a destra della statua di S. Filippo Benizi
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bene culturaledipinto
soggettoSperanza
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00192317
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzepiazza SS. Annunziata
contenitoreconvento, servita, Convento della S.ma Annunziata, Chiesa e convento della SS. Annunziata, piazza SS. Annunziata, pianterreno, secondo chiostro, parete di fondo entrando dall'ingresso collegato con il cortile coperto, a destra della statua di S. Filippo Benizi
datazionesec. XVII ; 1629 ((?)) - 1640 ((?)) [bibliografia]
autoreMontelatici Francesco detto Cecco Bravo (1607/ 1661),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
misurealt. 118, largh. 60,
condizione giuridicaproprietà Stato, possesso perpetuo Comune di Firenze
dati analiticiNR (recupero pregresso)Virtù teologali: Speranza giovane donna. Abbigliamento: all'antica. Paesaggi: cielo. Fenomeni metereologici: nuvole.
notizie storico-criticheI due affreschi raffiguranti la Speranza e la Carita' sono collocati ai lati di una nicchia che in origine conteneva una statua in marmo rappresentante la "Fede" eseguita da Bartolomeo Ammannati (ora sostituita dalla statua di S. Filippo Benizi, opera di Luca Boncinelli). L'insieme era quindi dedicato alle virtu' teologali le cui immagini, poste in un luogo di passaggio (dal convento alla chiesa) dovevano servire come momento di riflessione. I due affreschi sono stati attribuiti a partire dal Richa a Cecco Bravo. La Gregori (1970) tuttavia individuo' nella figura della Speranza la mano di Ottavio Vannini, lasciando a Cecco Bravo la Carita'. La Barsanti afferma che i due affreschi possono appartenere al periodo in cui Cecco Bravo entro' nell'Accademia del Disegno (1629) o a quello immediatamente successivo. L'artista mostra l'influenza di opere del '500 fiorentino come quelle di Andrea del Sarto e del Pontormo. Cecco Bravo inoltre lavoro' ancora per i padri serviti di Firenze eseguendo due tele con storie del "Beato Montorsoli" oggi perdute (Barsanti A., 1987).
altre attribuzioniVannini, Ottavio
bibliografiaRicha G.( 1754-1762)v. VIII, p. 63; Masetti A. R.( 1962)p. 80, n. 2; Gregori M.( 1970)fasc. IV, p. 10; Cantelli G.( 1983)p. 115; Tesori arte( 1987)pp. 116, nota 5, 128, n. 11; Seicento fiorentino( 1986)v. III, pp. 49, 180-183; Petrucci F.( 1992)p. 89; Pag
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzopiazza SS. Annunziata
ente schedatoreL. 41/1986
ente competenteS128
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Giorgi R.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: Orfanello/ Romagnoli/ Rousseau (1999), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Querci R. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1988
anno modifica1999; 2006
latitudine43.776699
longitudine11.260923

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