notizie storico-critiche | E' im paesaggio decisamente mediterraeno quello qui rappresentato, come dimostra la vegetazione e la luce del cielo, ltre che l'edificio che pare accogliere, sule superfici semplici e distese una luce calda pacata. Nel cielo le nuvole svaporano nella parte alta, lasciando l'orizzonte indistinto nellla caligine. Nella luce di un sole basso sull'orizzonte, una casa-torre domina dall'alto di una roccia la marina, accompagnata dall'ombrello generoso di un pino e da un corteggio vegetale più basso. Essa è solo l'avamposto, screpolato dal sole e dalla salsedine, di un compesso edilizio interno, che appare appena, difeso da alte mura e da una cortina di verde. Dalla finestra esposta al sole pende un panno apparentemente immobile. La bonaccia è denotata anche dalle vele delle barche poste ad asciugare, che cadono in pieghe piatte, definite in punta di pennello con un caratteristico tratto magro e sottile. Sulla rivaun gruppo di pescatori offre in vendita pesci e conchiglie mirabolanti ad un pubblico in cui spiccano personaggi dall'abbigliamento severo (come l'uomo vestito di nero sulla sinistra) o fantasioso ( come l'uomo dal turbante colorato e mantello di velluto al centro). Un astante in calza e berretto piumato, con una lancia in mano, osserva la scena in posa bilanciata. Altre figurette, più o meno velocemente definite, si dipongono a riempire I piano più arretrati. Sulla destra si assiepano gli alberi e le scotte delle barche attraccate alla riva, in gruppi disomogenei di linee che contrastano con le linee generalmente calme e severe su cui il paesaggio è organizzato. Il dipinto pare di qualità molto alta nel contrasto materico delle varie superfici L'ambiente più appropriato in cui inserire la tavola in esame è quello romano degli anni intorno al 1620, come l'attribuzione tradizionale ad Agostino Tassi dimostra. Il pittore è chiaramente aggiornato sul paesaggismo elsheimeriano, come si vede nel punto di orizzonte più basso rispetto al paesaggismo dei fiamminghi Bril o Brueghel, nell'attenzione al variare delle luci secondo l'ora del giorno e alla trasparenza dell'aria. Il Tassi si affermò come pittore di paeaggi marini in numerosi affreschi e dipinti del secondo decennio del Seicento, come ad esempio la Marina in tempesta nel ciclo di Villa Doria Pamphilj a Roma o in quella a Bagnaia, Villa Lante (Salerno 1970, p. 140). Il quelle scene tuttavia il legame con i nordici, e particolarmente con il Bril del Giona gettato in mare (xxx) è molto più stretto. Più dinamico e meno contemplativo, il paesaggio tassiano è caratterizzato inoltre da alberi più minutamente descritti, mentre qui le chiome, come del resto il terreno, paiono costruite per nuclei di colore opportunamente variati per lasciarne intuire gli accidenti. Inoltre non si possono rilevare, qui, quegli elementi classicheggianti, di ascendenza bolognese-carraccesca, che invece punteggiano i paesaggi del Tassi. L'autore di questo paesaggio guarda e si misura con nordici di una matrice diversa rispetto al Tassi: oltre all'Elsheimer, già ricordato, anche Gottfried Wals e il Breenbergh. Il suo pare un interesse per il silenzio del paesaggio nella luce, fatto di oggetti in sé validi piuttosto che per la composizione di un mondo abitato: una sorta di rivoluzione caravaggesca, in cui, invece che 'tanto vale fare quadri di fiori come di figura',' tanto vale fare quadri di paese come di figura' La finestra vuota col panno steso al sole e la facciata sgretolata narrano la storia dell'ora, cantano la stagione e il luogo con tono ribassato e discreto; le conchiglie parlano di rare bellezze, i pesci raccontano gli abissi. Il nome di Filippo Napoletano, che Marco Chiarini (M. Chiarini, Filippo Napoletano (1589-1629). Vita e opere, Firenze, in corso di stampa), ha così appropriatamente individuato per il dipinto, che pare vicino nel tempo e nel modo poetico al Mulino di Palazzo Pitti, pare pienamente giustificato. |