immagine | - immagine non disponibile - |
bene culturale | rilievo, ciclo |
soggetto | stazioni della via crucis |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 01 00169947 - 0 |
localizzazione | Italia, Piemonte, AT, Asti |
datazione | sec. XVIII ultimo quarto; 1775 (ca.) - 1799 (ca.) [documentazione] |
ambito culturale | ambito ligure, esecutore(analisi stilistica) |
materia tecnica | legno/ intaglio/ scultura/ pittura |
misure | alt. 140, largh. 77, prof. 9, |
condizione giuridica | proprietà Ente pubblico non territoriale |
dati analitici | La formella ovale con cartella apicale e terminale è sormontata da una croce. All'interno della cornice c'è la corrispondente stazione della Via Crucis scolpita. La decorazione di ciascuna formella è data da motivi fitomorfi, volute, ghirlande fogliacee, clipeo. I colori sono il bianco per le cartelle, il marrone per la cornice e l'ovale, l'ocra per il nastro, le ghirlande e le volute.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | La Via Crucis è citata per la prima volta dallo studioso G. Bosio (Storia della Chiesa d'Asti, Asti, 1894, p. 461), il quale ne ricorda la provenienza. L'opera fu trasportata dal Convento del Gesù di Asti (già monastero delle clarisse) nel 1850, quando i Minori Osservanti del Terz'Ordine secolare di San Francesco presero possesso della parrocchiale di Santa Caterina (e dell'antica casa priorale) su conferimento dell'Ordine Mauriziano. Bosio riporta infine che le sculture in legno policromo sono attribuite a mons. Antonino Faà di Bruno (1828-1829), che le donò ai francescani. Si trattò certamente dell'omaggio del Vescovo alla chiesa conventuale che avrebbe accolto il suo sepolcro. Questa attribuzione, però, non ha alcun fondamento, mentre si può ipotizzare che l'opera sia stata commissionata dal Vescovo per la sua piccola collezione di sculture lignee. Nel suo codicillo testamentario (segnalazione di Ivana Bologna) si trovano infatti elencati, accanto ai dipinti di grande pregio (Moncalvo, Orsola Caccia, Maratta, Poussin, Beaumont, Luca d'Olanda), anche statuette di presepio, un manichino della Madonna con i suoi accessori e grandi statue "per formare un sepolcro" comprate a Genova dagli scultori Pittaluga. Quest'ultima testimonianza più caratteri stilistici delle opere (teatralità delle scene ed espressività dei personaggi) portano a collocarle in ambito ligure. Va ricordata la presenza di un'altra opera ligure in chiesa, proveniente dal Gesù: il ritratto di mons. Faà di Bruno (segnalato da P. G. Burroni nel 1938). |
altra localizzazione | luogo di provenienza: Piemonte, AT, Asti |
committenza | Faà di Bruno Antonio Vescovo (sec. XVIII/ ultimo quarto) |
bibliografia | Bosio G.( 1894)p. 461 |
definizione | rilievo |
regione | Piemonte |
provincia | Asti |
comune | Asti |
ente schedatore | R01 |
ente competente | S67 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Rocco M. A.; Funzionario responsabile: Ragusa E.; Trascrizione per informatizzazione: Ferla F. (2005); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Rocco A. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 1995 |
anno modifica | 2006 |