dati analitici | Stemma composto da una targa, affiancata da festoni di foglie di quercia, ornata da protome leonina nella parte superiore e sormontata da coronaAraldica: stemma reale sabaudo. Oggetti: targa; corona. Vegetali: festoni di foglie. Decorazioni: protome leonina; aquila.STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: stemma, Qualificazione: reale, Identificazione: stemma araldico della Regina Maria Antonia Ferdinanda di Borbone Spagna, Posizione: NR (recupero pregresso), Descrizione : a destra: l'aquila con la Croce Sabauda; a sinistra: campo quadripartito (: 1, 4 leone rampante; 2, 3, torre; al centro lo scudetto con tre gigli), |
notizie storico-critiche | Lo stemma marmoreo collocato al centro del fastigio del Padiglione dei Solinghi, sormontato da una protome leonina e dalla corona reale, con due ghirlande di foglie di quercia che si dipartono ai due lati, presenta a destra l'aquila con la Croce Sabauda e a sinistra un campo quadripartito (: 1, 4 leone rampante; 2, 3, torre; al centro lo scudetto con tre gigli). E. Olivero (La Villla della Regina a Torino, Torino 1942, pp. 37-38), che notava sotto lo stemma un riquadro rilevato in cotto per un'iscrizione allora già mancante, riferisce il campo sinistro dello stemma con le torri di Castiglia, i leoni di Leon ed il giglio borbonico, alla principessa Maria Antonia Ferdinanda di Borbone, Infante di Spagna, consorte del duca Vittorio Amedeo III dal 1750. La Relazione a sua Maestà del 1767 documenta la realizzazione di sei vasi e di una targa per il completamento del padiglione, già in parte realizzato dal Baroni di Tavigliano, ad opera di Paolo Masazza di Valdandona (1709-1785) (M. Bernardi, Tre Palazzi a Torino, Milano 1963, pp. 132-133, 136; C. Roggero Bardelli, M.G. Vinardi, V. Defabiani, Ville Sabaude, Milano 1990, pp. 175-176, 192; F. Fontana, R. Lodari, in Parchi e giardini storici, Roma 1991, pp. 14-15; G. Gritella, Juvarra. L'architettura, vol. II, pp. 179-181, figg. 190-191; P. Cornaglia, Giardini di marmo ritrovati, Torino 1994, p. 163; C. Roggero Bardelli, in I giardini del "Principe", a cura di M. Macera, 1994, p. 15): già i disegni del Baroni di Tavigliano, presso la Biblioteca Nazionale di Torino, ne documentano il progetto per il primo piano, guarnito di targa e sei vasi, ma non è dato sapere se il completamento del Masazza abbia riguardato anche il secondo piano del padiglione o, come più probabile, soltanto il fastigio, rimasto al rustico (: P. Cornaglia SBAS TO 00172260, 1998). Nel Testimoniale di Stato della Vigna della Regina ed annesso palazzo Chiablese, del 1864 (AST, Corte, Genio civile di Torino, versamento 1936, mazzo 17, n. 49), l'apparato in questione è così descritto: "Grandioso Casino a due piani, denominato Viseboutelli che innalzasi dal livello del citato piazzale N. 25. La facciata di questo casino è con scomparti a pilastri incrostati alla mosaica con cornici di finimento sia al primo terreno che al piano superiore sopra questo attico con vasi in marmo e stemma reale nel centro da cui dipartinsi due ghirlande di foglie di quercia e corona superiore il tutto in marmo in rilievo. Inferiormente tavola in muratura in forma di cartella coll'iscrizione, Maria Antonia Ferdinanda fecit anno MDCCLXVIII Maria Theresia refecit anno MDCCCXVIII" (la cartella ricorda la realizzazione dovuta a Maria Antonia Ferdinanda di Borbone Spagna nel 1767 e il rifacimento da parte di Maria Teresa d'Asburgo Lorena nel 1818). Il padiglione nel suo complesso è stato restaurato nel 1936 (E. Olivero, 1942, p. 37; F. Fontana, R. Lodari, 1991, p. 16). |