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bene culturale | scultura, opera isolata |
soggetto | stemma reale di Vittorio Emanuele I di Savoia |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 01 00208200 |
localizzazione | Italia, Piemonte, TO, AglièNR (recupero pregresso) |
contenitore | castello, Castello Ducale, NR (recupero pregresso), Castello, facciata principale: centro |
datazione | sec. XIX primo quarto; 1816 - 1821 [analisi storica] |
ambito culturale | ambito piemontese, esecutore(analisi stilistica) |
materia tecnica | marmo bianco/ sculturamarmo/ sculturametallo/ fusione |
misure | alt. 160, largh. 342, prof. 34, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Castello di Agliè |
dati analitici | Stemma composto da uno scudo in marmo affiancato da foglie di quercia a destra e di palma sulla sinistra. Coppie di bandiere sono disposte su entrambi i lati, insieme ad un cannone con tre palle e un leone giacente a terra. Sullo scudo, sormontato dalla corona reale, pende il collare della Santissima Annunziata.Oggetti: scudo; cannoni; bandiere; corona; collare della Santissima Annunziata. Animali: leoni.STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: stemma, Qualificazione: reale, Identificazione: Stemma di Vittorio Emanuele I, Posizione: facciata, in alto, al centro, Descrizione : 1° alla croce di rosso, accantonata da tre teste di moro al naturale bendate d'argento, che è di Sardegna; 2°, partito, con leone rampante e Gerusalemme che è d'argento alla croce potenziale d'oro, accompagnata da quattro crocette dello stesso (OSS, |
notizie storico-critiche | In seguito all'annessione di Genova alla corona di Savoia nel 1814, Vittorio Emanuele I (re dal 1802 al 1821) commissiona a Napione sovraintendente degli Archivi di Corte e al Conte Vidua, primo Segretario di Stato dell'Interno, una nuova redazione dello stemma reale. Il 9 febbraio 1816 il conte Vallesa, Ministro per l'estero diffonde l'ordine del Re di distribuire esemplari incisi delle nuove foggie del grande e piccolo scudo, scelte dallo stesso sovrano. Si trattava di due tavole su rame, delineate da Amedeo Lavy e messe a bulino dal Chianale. La grand'arma comprendeva tutti gli antichi quarti di pretesa, d'origine e di possesso, con l'aggiunta nel terzo gran quarto di Genova e Nizza. Agli ornamenti esteriori, comprendenti la corona reale, il collare dell'Ordine Supremo della SS. Annunziata e rami di quercia, si aggiunge la fascia azzurra del nuovo ordine Militare di Savoia. La piccola arma, in forma di scudo appuntato, è inquartata di Sardegna nel primo punto (d'argento alla croce di rosso, accantonata da quattro teste di moro, di nero, attortigliate d'argento), nel secondo partita di Cipro (fasciata d'argento e d'azzurro di dieci pezzi, al leone di rosso, armato, linguato e coronato d'oro, attraversante) e di Gerusalemme (d'argento alla croce potenziata, accantonata da quattro crocette piane e scorciate, il tutto d'oro), nel terzo Genova (d'argento alla croce di rosso) e nell'ultimo Piemonte (di rosso alla croce d'argento, spezzata da un lambello d'azzurro). Sul cuore lo scudo di Savoia antica (d'oro all'aquila di nero, coronata dello stesso, rostrata e membrata di rosso) con in petto l'arme di Savoia moderna (di rosso alla croce d'argento). Lo stemma che decora il portale d'accesso del Castello di Agliè corrisponde esattamente a questa tipologia, adottata da Vittorio Emanuele I appunto a partire dal 1816 e già non più in uso nel 1831 quando Carlo Alberto decretò che nei nuovi conii, dei quali fu incaricato Ferraris, si togliessero dallo scudo i quarti lasciando la sola croce, conservando i gran quarti delle armi per le sole occasioni solenni (cfr. N. Brancaccio, M. A.Prolo, Dal Nido Savoiardo al Trono d'Italia, Milano 1934, p. 232). Leoni coronati fungono da sostegno allo scudo, secondo un uso antico nella reale famiglia, verosimilmente a rappresentare i leoni del Chablais e di Aosta, in passato tra i principali stati dei Savoia. Lo stesso stemma si ritrova sulle monete da 20 lire coniate a Torino nel 1816 (cfr. Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna/ 1773-1861, catalogo della mostra a cura di E. Castelnuovo e M. Rosci, Torino 1980, III, p. 953). Vittorio Emanuele recupera in parte la tradizione mantenuta da Vittorio Amedeo II che divenuto Re di Sicilia, aveva richiesto un nuovo stemma comprendente intatti i tre quarti di pretesa, di origine e di dominio dell'avo Vittorio Amedeo I, con l'aggiunta del Piemonte nel primo quarto, Saluzzo nell'ultimo oltre a Monferrato e al Genevese già presenti, e che fece collocare nel secondo e nel terzo quarto. Su tutto lo scudo d'argento all'aquila di nero, con cui figurava il nuovo reame di Sicilia, poi caricata in cuore d'uno scudetto di rosso crociato di Savoia. Con lo scambio della Sicilia per la Sardegna, rimane lo scudo con l'aquila mutando però il metallo del campo che diventa d'oro, ad insegna di Savoia antica. A Carlo Emanuele II risale invece l'uso delle cosidette piccole armi, introdotto nel 1765, inquartate di Sardegna, di Gerusalemme, di Cipro e di Monferrato, collo scudo su tutto di Savoia antica e di Savoia moderna (cfr. A Manno, Origini e vicende dello Stemma Sabaudo, Roma 1876). |
bibliografia | Castelnuovo E., Rosci M.( 1980)v. III p. 953; Brancaccio N., Prolo A.( 1934)p. 232; Manno A.( 1876) |
definizione | scultura |
regione | Piemonte |
provincia | Torino |
comune | Agliè |
indirizzo | NR (recupero pregresso) |
ente schedatore | S67 |
ente competente | S67 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Manchinu P.; Funzionario responsabile: Ragusa E.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Rocco A. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 2004 |
anno modifica | 2007 |
latitudine | 45.366166 |
longitudine | 7.775800 |