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Opera d'arte storie della passione di Cristo di Maestro del Patullo (notizie seconda metà sec. XV), a Camerino

L'opera d'arte storie della passione di Cristo di Maestro del Patullo (notizie seconda metà sec. XV), - codice 11 00206836 - 0 di Maestro del Patullo (notizie seconda metà sec. XV), si trova nel comune di Camerino nella provincia di Macerata sita in convento, Convento di S. Domenico (ex), p.zza Costanti, Pinacoteca Civica e Museo Archeologico, Cappella del Patullo
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bene culturaledipinto, ciclo
soggettostorie della passione di Cristo
tipo schedaOA_3.00
codice univoco11 00206836 - 0
localizzazioneItalia, Marche, MC, Camerinop.zza Costanti
contenitoreconvento, Convento di S. Domenico (ex), p.zza Costanti, Pinacoteca Civica e Museo Archeologico, Cappella del Patullo
datazionesec. XV ; 1460 - 1467 [analisi stilistica] ;
autoreMaestro del Patullo (notizie seconda metà sec. XV),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
misurem., alt. 3.45, largh. 2.60, lungh. 4.70,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Camerino
dati analiticiGli affreschi sono stati staccati operando nove sezioni. Esse sono state ricomposte nella Pinacoteca Civica di Camerino su un'armatura metallica appositamente allestita che ripropone l'assetto ambientale di provenienza. I dipinti occupano due registri su tre pareti, le due longitudinali voltate a botte, mentre la quarta, corrispondente alla parete dell'altare dell'Oratorio, è interamente occupata dalla crocifissione di Cristo.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheL'Oratorio del Patullo, originariamente intitolato a S. Giacomo Maggiore e a S. Cristoforo Martire,era probabilmente annesso alla residenza estiva dei vescovi di Camerino (Bittarelli, 1978; Mazzalupi, 2002). Il committente, ricordato nell'epigrafe dedicatoria che sormonta la porta d'ingresso nella ricomposizione museale, in corrispondenza della porta originaria, è Ansovino di Angeluccio de' Baranciani, notaio e religioso di spicco nella Camerino del '400. Risulta dall'epigrafe canonico della Cattedrale e pievano di Castel San Venanzio. La mancata attestazione della dignità di priore della Cattedrale assunta già nel 1467 suggerisce a Mazzalupi (2002) una retrodatazione del ciclo, generalmente attestato al 1476-1477 sulla scorta di una lettura ottocentesca dell'epigrafe dedicatoria in aggancio al testamento del committente, steso nel settembre 1477 (Santoni; Marcelli, 2002). Il parallelo con gli affreschi padovani della Cappella Ovetari, con particolare riferimento alle Storie dei Santi Giacomo e Cristoforo, delimitate al 1454 ma forse in quell'anno non ancora complete, porta così Mazzalupi a datare il ciclo camerte al 1455 circa e ad attribuirlo a Girolamo di Giovanni, attestato in qualità di `magister` a Padova nel 1450 (2002). L'aggancio con la decorazione degli Eremitani, con particolare riferimento ai dipinti di Mantegna e di Ansuino da Forlì, è evidente nel gusto dell'ambientazione architettonica all'antica, nello studio degli scorci prospettici, nella cura `tattile` di taluni particolari scenografici e nel virtuosismo delle visioni da sotto in su. E' stato proposto anche un aggancio con il Piero della Francesca a Rimini (Marcelli, 2002). E' comunque indiscutibile che quelle suggestioni si innervino su una solida cultura pittorica tradizionale, vuoi basata sull'esempio dei pittori riminesi del Trecento, come Pietro, autore dei dipinti del Cappellone di S. Nicola a Tolentino (Marcelli, 2002), vuoi sull'esempio stesso della Cappella degli Scrovegni e sulla scorta della cultura tardogotica fortemente radicata nelle Marche (Mazzalupi, 2002). Evidenti sono pure gli agganci con la cultura pittorica camerte, in riferimento al gruppo di opere ora ricondotto all'opera del Maestro dell'Annunciazione di Spermento (Marcelli, 2002; Mazzalupi, 2002), ma soprattutto in riferimento all'opera del Boccati, il cui collaboratore Vincenzo di Pasqua da Capogna, attivo nel 1462, è stato ritenuto identificabile con l'autore degli affreschi del Patullo (Marcelli, 2002, su indicazione di De Marchi). Preso atto che l'iscrizione dedicatoria non rende conto della dignità `priorale` del committente assunta tra il 1455 e il 1467, la datazione agli anni '50 ci sembra troppo vicina ai prototipi padovani. Più calzante una datazione agli anni 1460-1467. Sempre a nostro giudizio l'attribuzione a Girolamo di Giovanni proposta dal Mazzalupi non è supportata da agganci sostanziali, ed è contraddetta dal confronto con la Madonna della Misericordia di Tedico, autografa, dove le suggestioni della cultura pittorica rinascimentale, padovana e pierfrancescana, sono reinterpretate con tutt'altra solidità e coerenza (Lucaccioni). I confronti proposti con l'opera del Maestro delle Macchie (Mazzalupi, 2002, p. 376) non sono convincenti né risolutivi, vista la debole possibilità che quel pittore tradizionale e di modeste qualità espressive possa essere identificato con il `magister` Girolamo. Più persuasivo l'aggancio con Vincenzo di Pasqua, di cui non si possiedono però opere autografe su cui impostare un qualsivoglia confronto stilistico.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Marche, MC, Camerino
altre attribuzioniSimone De MagistrisVincenzo di Pasqua da CapognaGirolamo di Giovanni
committenzaAnsovino di Angeluccio de' Baranciani (1460/ 1467)
bibliografiaLibani G.( 1882)p. 27; Santoni M.( 1885); Ponzi C.( 1959)XXXVIII, n. 46, p. [3]; Ponzi C.( 1959)XXXVIII, n. 47, p. [3]; Ponzi C.( 1959)XXXVIII, n. 48, p. [3]; Ponzi C.( 1959)XXXVIII, n. 49, p. 3; Ponzi C.( 1967)pp. 43-48; Bittarelli A. A.( 1978)p. 60; Luc
definizionedipinto
regioneMarche
provinciaMacerata
comuneCamerino
indirizzop.zza Costanti
ente schedatoreR11
ente competenteS70
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Cappelli F.; Funzionario responsabile: Costanzi C.; Trascrizione per informatizzazione: Eusebi C. (2003); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Vanni L. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2003
anno modifica2006
latitudine43.137616
longitudine13.071345

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