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Opera d'arte storie della vita della Beata Colomba di Manenti Vincenzo (1600/ 1674), Bianchi Giulio (notizie prima metà sec. XVII), a Rieti

L'opera d'arte storie della vita della Beata Colomba di Manenti Vincenzo (1600/ 1674), Bianchi Giulio (notizie prima metà sec. XVII), - codice 12 00010351 A - 0 di Manenti Vincenzo (1600/ 1674), Bianchi Giulio (notizie prima metà sec. XVII), si trova nel comune di Rieti, capoluogo dell'omonima provincia sita in chiesa, conventuale domenicana, Chiesa di S. Domenico, NR (recupero pregresso), chiostro, pareti N, S, E, O, lunette
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bene culturaledipinto, ciclo
soggettostorie della vita della Beata Colomba
tipo schedaOA_3.00
codice univoco12 00010351 A - 0
localizzazioneItalia, Lazio, RI, RietiNR (recupero pregresso)
contenitorechiesa, conventuale domenicana, Chiesa di S. Domenico, NR (recupero pregresso), chiostro, pareti N, S, E, O, lunette
datazionesec. XVII prima metà; 1600 (ca.) - 1649 (ca.) [analisi stilistica; bibliografia]
autoreManenti Vincenzo (1600/ 1674), Bianchi Giulio (notizie prima metà sec. XVII),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
misurecm., alt. 200, largh. 305,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero dell'Interno, Fondo Edifici di Culto (F.E.C.)
dati analiticiIl ciclo di affreschi si articola in 28 episodi entro lunette.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheIl chiostro del convento di S. Domenico, all'inizio del sec. XVII, ricevette un'ampia decorazione pittorica ad affresco entro lunette. Angelotti (1635, p. 45) cita il chiostro come "vagamente istoriato di tante imprese della Beata Vergine Colomba da Rieti". Il ciclo ha per oggetto la vita della Beata Colomba, nata a Rieti nel 1467 e morta a Perugia nel 1501. Ella entrò nell'ordine dei domenicani a 18 anni, questo spiega la collocazione del ciclo proprio nel convento domenicano, costruito nel 1400. In origine nella zona sottostante le lunette, comparivano i versi didascalici di Loreto Mattei, almeno così riferisce Sacchetti Sassetti (1916, p. 87). L'interpretazione delle scene è spesso ipotetica in quanto l'identificazione dei soggetti non è sempre documentabile. L'attribuzione del ciclo di affreschi a Vincenzo Manenti (molto operoso in Sabina, lasciò nella chiesa di S. Pietro Martire una pala d'altare con la Comunione della Beata Colomba) e a Giulio Bianchi (di Monte S. Giovanni in Sabina) è da ascrivere allo storico Palmegiani (1932, p. 276). Tale attribuzione fu ribadita da Sacchetti Sassetti (1966, p. 43) che nella sua guida, trattando del chiostro di S. Domenico, descrive il ciclo entro le lunette. Sacchetti-Sassetti attribuì le lunette della parete N e di quella E a Giulio Bianchi, per evidenti differenze stilistiche con le altre pareti affrescate da Manenti. Alcune scene del ciclo sono state messe in luce solo qualche decennio fa ed alcune sono riapparse mutile. Ciò non ne aiuta l'approfondimento critico né l'analisi stilistica. L'identificazione delle scene può essere ricostruita sulla base del prezioso studio sull'iconografia della Beata Colomba effettuato da B. Astur (1967). Il ciclo di affreschi traccia in modo fedele le vicende della vita della Beata reatina ed è assai omogeneo per quanto riguarda le lunette del lato O (tranne la settima) e le prime due lunette del lato S. Si avverte un cambio di stile nelle scene affrescate sulle pareti N ed E (non a casa da Sacchetti attribuite a Bianchi), bisogna tuttavia considerare che tutte le lunette vennero ritoccate nelle epoche successive e che quindi, ad oggi, esse risultano essere il frutto del sovrapporsi di ridipinture. Le lunette che presentano uno stato di conservazione migliore sono quelle dei lati O e S, nonostante le estese lacune della superficie pittorica. Queste lunette dei lati S ed O presentano figure molto curate nell'espressività dei volti e nelle vesti plastiche e tridimensionali che conferiscono una certa monumentalità alle scene. Si rileva anche una minuzia di particolari nella rappresentazione degli interni domestici e nelle architetture in genere: si vedano in proposito la seconda e la quarta lunetta del lato O. Le lunette delle pareti N ed E, invece, non sono caratterizzate da questa ricerca descrittiva: il trattamento è più libero, sciolto, noncurante dei particolari e si snoda in ampie superfici tendenti alla bidimensionalità. Una nota di considerazione va fatta per la quarta lunetta del lato N in cui si raggiungono alti livelli qualitativi.
bibliografiaPalmegiani F.( 1932)276
definizionedipinto
regioneLazio
provinciaRieti
comuneRieti
indirizzoNR (recupero pregresso)
ente schedatoreS50
ente competenteS50
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Zannoni F.; Funzionario responsabile: Pedrocchi A. M.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Colella E. (2005); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Colella E. (2005), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1979
anno modifica2005
latitudine42.405306
longitudine12.851576

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