notizie storico-critiche | Il dipinto viene descritto per la prima volta nella Villa del Poggio Imperiale nell'Inventario del 1768, segnato col n. 1015 (non presente sul retro). A questa data, in coppia con un altro dipinto di analoghe dimensioni, era collocato nel palazzotto dell'"Imperialino", in una camera. In seguito, nell'Inventario del 1784, segnato col n. 5331 (presente sul retro) lo troviamo, assieme ad altri due dipinti di soggetto diverso, nella Galleria del sopraddetto Palazzotto. Nei successivi inventari, in quello del 1803 segnato col n. 4245 (non presente) e in quello del 1810, segnato col n. 2782 (che compare), il dipinto in esame e gli altri due ricordati già nel 1784 risultano sempre nella Galleria dell'Imperialino, mentre nell'inventario del 1818-1836, privo dell'indicazione delle stanze, il pezzo in esame è catalogato assieme ad altri dieci dipinti, tutti segnati col n. 2181 (presente) di dimensioni e soggetti eterogenei. Il "Suonatore di cembalo" risulta ancora all'Imperiale nel 1836 quando compare nell'inventario di quell'anno, oggi perduto, segnato col n. 1866 (presente), e in quello del 1860-1861, segnato col n. 2033 (presente), collocato nella stanza 213 della Villa. Attualmente il dipinto in esame risulta l'unico superstite, nella Villa, degli 11 catalogati assieme nell'Inventario 1818-1836. Il soggetto "veneziano" del quadro, la presenza di un cembalo, la definizione del personaggio, forse un vero e proprio ritratto, sono tutti elementi che inevitabilmente portano al Gran Principe Ferdinando de'Medici, al suo amore per la musica, specialmente a tastiera, e per Venezia, città ove si recò avanti il matrimonio e che rimase a lungo legata al suo gusto artistico. Non siamo in grado di dire se questo grande dipinto abbia fatto parte della sua collezione; negli inventari compare all'Imperiale solo nel 1768 e non è escluso che provenga dalla Guardaroba Generale o da qualche Villa. La superficie pittorica, piuttosto sporca, non permette di avanzare un'attribuzione precisa, anche se il dipinto, per la sua puntuale descrizione di Venezia sullo sfondo, potrebbe venire da quella città, verso la fine del Seicento. |