notizie storico-critiche | Fetonte, figlio di Elio, il dio Sole, strappato al padre il permesso di co ndurre il suo carro lungo l'arco celeste di una giornata, ne perde il cont rollo e, colpito dal fulmine scagliato da Giove intervenuto per interrompe rne la folle e devastante corsa dei focosi cavalli, precipita nel fiume Er idano (Ovidio, Metamorfosi, II, 150-327/ Filostrato,Imagines, 1, 11). Il t ema, assai diffuso nel Rinascimento e in età barocca, venne a simboleggiar e l'eccessiva ambizione che ispira gesta troppo ardue o temerarie, con l'i mplicito monito alla moderazione e alla prudenza. Con questo significato, dunque, il soggetto ben si inserisce nel contesto della rappresentazione d elle virtù sulle quali si basa, invece, l'operato del Cardinale. Nell'alta fascia decorata, che occupa circa un terzo dell'estensione total e delle pareti della sala - aumentata grazie allo sfondamento del soffitto includendovi nell'altezza piano normale e mezzanino-, il ritmo della figu razione è scandito da colonne sui lati N-O e S-E, e da paraste sui lati O ed E, presso le quali sono collocate le monumentali figure femminili. Esse interpretano due tematiche allegoriche differenti ma complementari: sui l ati corti del salone sono rappresentate le virtù che contraddistinguono il Cardinale e il suo illuminato governo; su quelli lunghi, le Arti Liberali del Trivio e del Quadrivio, favorite dall'opera del grande mecenate, cui tributano onore. E' il climax del discorso celebrativo che informa l'inter o programma decorativo della Villa. L'ormai prossimo intervento di restaur o potrà forse ancor meglio chiarirne la portata, restituendo le eventuali iscrizioni incluse nei cartigli o il significato di quelle oggi solo parzi almente leggibili. Oltre che naturalmente eliminare tutte le alterazioni s ubite nel tempo da questi affreschi, in particolare quelli della parete di N-E, e ripristinare l'originario impatto visivo, oggi compromesso dalla s concertante nudità della porzione inferiore delle pareti, private del loro rivestimento originario. Va inoltre segnalato che nel corso dei primi saggi di restauro, operati su lla zoccolatura della parete N-E, sono emerse tracce di una precedente int eressante decorazione floreale a fondo nero. Dal punto di vista stilistico, vale anche qui l'indicazione proposta in r elazione al generale impianto decorativo e alle grottesche. Notevoli sono nei motivi ornamentali, come già ricordato, le affinità linguistiche e le analogie nelle modalità compositive, nelle scelte iconografiche e nella li bertà di invenzione e variazione del tutto originale, che emergono dalla c omparazione, con gli affreschi della Villa, di quelle parti del Corridoio orientale degli Uffizi realizzate da Alessandro Allori (1535-1607) e dai s uoi collaboratori, quali Ludovico Buti, Giovanni Maria Butteri, Giovanni B izzelli, Alessandro Pieroni. Artisti ai quali si deve la diffusione di sol uzioni decorative di grande successo che valsero la sopravvivenza del gene re della grottesca ben oltre la soglia del secolo XVII, grazie a quel crit erio di unificazione tematica che riassorbiva e riequilibrava l'ansia di i nvenzione, di variazione e di ibridazione, a favore dell'ordine narrativo e della convenienza al luogo. La verifica di produzioni ad essi riferibili propone alcuni ulteriori utili confronti: come nel caso degli affreschi d ella Cappella e della Sacrestia di Villa Salviati presso Calenzano nel fio rentino, anch'essi ispirati al gusto della cosiddetta "scuola di Alessandr o Allori" e riferiti dalla Mannini alle maestranze che avevano decorato il palazzo Salviati di Firenze in via del Corso, appartenenti appunto alla b ottega dell'Allori. In particolare la studiosa vi riconosce Giovanni Maria Butteri (1540/50-1606) - menzionato dal Vasari e in seguito ricordato dal Baldinucci per la sua maniera oscillante tra l'Allori e Santi di Tito - t ra i più stretti collaboratori del maestro e ancora sensibile a suggestion i di matrice bronzinesca. Tali suggestioni sono peraltro riscontrabili, accanto alla componente sene se-beccafumiana dai più evidenziata attraverso richiami al Casolani o al B arbatelli (v. Sapori e Vagaggini), come segni referenziali in molte figura zioni degli affreschi della Villa del Cardinale e, particolarmente, nella irrequieta sensualità e nella ricercatezza grafica delle grandi figure all egoriche del salone principale, unanimamente attribuite al Savini. Ciò sollecita verso quest'ambito le ricerche, tuttora in corso, volte a de finire, come accennato, la fase della formazione e dell'iniziale attività fiorentina del Savini; ed il percorso e l'eventuale canale di committenza che lo portò a Città della Pieve, artista ormai affermato tanto da poter s ubentrare al Circignani in diverse importanti commissioni e nel ruolo di p ittore ufficiale dei Della Corgna. Riguardo alle notizie biografiche su Salvi |