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Opera d'arte Tobiolo, Santa Maria Maddalena, Raffaele arcangelo, committente di Francesco di Antonio (ante 1391/ 1433), a Firenze

L'opera d'arte Tobiolo, Santa Maria Maddalena, Raffaele arcangelo, committente di Francesco di Antonio (ante 1391/ 1433), - codice 09 00187158 di Francesco di Antonio (ante 1391/ 1433), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, museo, Palazzo Horne già Corsi, via dei Benci, 6, Museo della Fondazione Horne, piano primo,salone centrale, parete di fondo
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto
soggettoTobiolo, Santa Maria Maddalena, Raffaele arcangelo, committente
tipo schedaOA_2.00
codice univoco09 00187158
localizzazioneFI, Firenzevia dei Benci, 6
contenitorepalazzo, museo, Palazzo Horne già Corsi, via dei Benci, 6, Museo della Fondazione Horne, piano primo,salone centrale, parete di fondo
datazionesec. XV secondo quarto; 1425 (post) - 1430 (ante) [bibliografia]
autoreFrancesco di Antonio (ante 1391/ 1433),
materia tecnicatavola/ pittura a tempera
misurecm, alt. 39, largh. 26,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo
dati analiticiSoggetti sacri: Vecchio Testamento. Personaggi: San Raffaele arcangelo, Tobiolo; Santa Maria Maddalena. Figure femminili: monaca. Abbigliamento: all'antica. Attributi: pesce; vasetto. Paesaggi: rocce; caverna. Allegorie-simboli: trigramma bernardiniano di Cristo.
notizie storico-criticheNon conosciamo la sua destinazione originaria né sono stati trovati documenti riguardo la committenza. Ad ogni buon contro, secondo quanto afferma Enza Biagi (cfr. 'La Maddalena tra sacro e profano', cat. mostra, pp. 47-48), il dipinto fu eseguito per un ordine monastico francescano come quello delle Clarisse, a cui alludono sia il trigramma di Cristo, sia la figura della Maddalena alla quale l'ordine era devoto, nonché la committente stessa. Sempre la Biagi rileva che degno di nota è l'aggancio del Vecchio Testamento al Nuovo Testamento rappresentato dalle due figure di Tobiolo e della Maddalena aventi in comune le capacità di guaritrice data dagli unguenti. Secondo quanto si legge nel 'Libro di Tobia' del Vecchio Testamento (cap. 6, vv. 1-9), Tobiolo, dietro suggerimento dell'arcangelo Raffaele, prelevò dal pesce il fiele, il cuore e il fegato. Con il primo guarì il padre Tobia dalla cecità, mentre con il cuore e il fegato liberò dai demoni la sposa Sara, il cui invasamento aveva causato la morte dei suoi precedenti sette mariti. Come Sara, la Maddalena era stata liberata dai sette demoni e usava l'unguento come Tobiolo. La presenza di quest'ultimo come infante con il braccio dell'arcangelo Raffaele intorno alle spalle potrebbe suggerire la protezione della Maddalena dei bambini abbandonati, figli della convertita, tradizionalmente devote alla santa. Luciano Bellosi è stato il primo a riferire il dipinto al pittore tardo-gotico fiorentino Francesco d'Antonio. Proposta accettata dalla Biagi la quale sostiene che è la tesi più convincente dal momento che la tavola presenta strette affinità tipologiche e stilistiche con le opere certe dell'artista. L'esecuzione è da indicarsi pertanto fra gli anni 1425-1430, durante i quali il pittore si avvicinò all'arte di Masolino dal quale deriverebbe la delicatezza del modellato e della gamma cromatica giocata sui colori pastello, nonché la fattura dei capelli morbidamente arricciati.
altre attribuzioniMariotto di CristofanoVentura di Moro
bibliografiaCohn W.( 1958)pp. 1-158; Tartuferi A.( 2012); Gamba C.( 1961)p. 17; Museo Horne( 1967)p. 140; Nardinocchi E.( 2011)p. 64; Maddalena sacro( 1986)pp. 47-48; Padoa Rizzo A.( 1991)pp. 54-63
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzovia dei Benci, 6
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Landi S.; Funzionario responsabile: Sframeli M.; Trascrizione per informatizzazione: Improta M. C. (1990); Aggiornamento-revisione: Manco C. (2014);
anno creazione1989
anno modifica2014
latitudine43.767799
longitudine11.259517

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