dati analitici | Attorno ad un tavolo sono disposti Cristo, posto all'estrema sinistra, e gli Apostoli. Più precisamente, di questi, vicino a Gesù, sembra essere stato collocato S. Bartolomeo, mentre sul lato opposto, è dipinto S. Pietro. S. Giovanni Evangelista, invece, abbraccia Cristo, mentre Giuda afferra un pesce. Sulla tavola sono disposti pani, pesci e bicchieri di vino.Personaggi: Gesù; Apostoli. Oggetti: tavola; calici; bicchieri; pani; pesci; (Apostoli) cartigli; (S. Pietro) coltello. |
notizie storico-critiche | Lo studio della scena dell'ultima cena deve riguardare soprattutto il modo in cui è resa l'iconografia. Borraro, nel suo studio del 1970, rilevava la presenza di due figure femminili e si chiedeva quali fonti fossero alla base della raffigurazione di Giuda che tende la mano verso un pesce (Borraro, 1970, p. 49, nota 5). Come osservato da Sandberg Vavalà, il motivo di Giuda che prende dal piatto del pesce o del pane è caro alla tradizione bizantina (Sandberg Vavalà, 1980, p. 205) e si ritrova in diversi esempi come sulla Pala d'Oro, a Venezia e si diffonderà in Italia soprattutto nel Rinascimento (Sandberg Vavalà, 1980, p. 212-214, nota 14). D'altra parte, questo tema elabora quanto è leggibile nei Vangeli, per esempio in quello di Matteo (Matteo 26, 23-25) e, cioè, che Cristo avrebbe indicato il traditore dicendo: "Quello che ha messo con me la mano nel piatto, è lui che mi tradirà". Seguono un'iconografia tradizionale anche S. Giovanni Evangelista, che secondo il vangelo, poggia la testa sul petto di Cristo, e Pietro, rappresentato con in mano un coltello, elemento che anticipa il taglio dell'orecchio a Malco (Sandberg Vavalà, 1980, p. 408). Per Giganti, forse per mancanza di spazio, il pittore avrebbe abbinato all'ultima cena anche la moltiplicazione dei pani e dei pesci, dove l'agnello è sostituito dai cinque pani e i due pesci (Giganti, 2000, p. 51). Come rileva lo studioso, esempi di ultima cena con pani e pesci sono presenti nell'antica Cattedrale a Vescovio in Sabina e nella cripta di S. Simeone a Famosa in Massafra (Giganti, 2000, p. 52). D'altra parte, è interessante notare come in questa cripta sia presente un ciclo cristologico, databile al sec. XIII, fatto raro in ambito rupestre (Falla Castelfranchi, 1991, p. 165: per la scena dell'ultima cena, fig. 146), ma che trova nella cripta di Oppido Lucano un altro esempio importante. Infine, voglio rilevare come proprio la scena dell'ultima cena sia stata utilizzata da alcuni studiosi per evidenziare le componenti transalpine del ciclo oppidano: Borraro, per esempio, ha confrontato questa scena con una analoga conservata nel Museo di Vich, in Catalogna (Borrarro, 1970, p. 49, nota 5). |