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Opera d'arte Vanitas di Caroselli Angelo (1585/ 1652), a Roma

L'opera d'arte Vanitas di Caroselli Angelo (1585/ 1652), - codice 12 01007594 di Caroselli Angelo (1585/ 1652), si trova nel comune di Roma, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Palazzo Corsini, via della Lungara, 10, Galleria Corsini, terza sala
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bene culturaledipinto
soggettoVanitas
tipo schedaOA_3.00
codice univoco12 01007594
localizzazioneItalia, Lazio, RM, Romavia della Lungara, 10
contenitorepalazzo, Palazzo Corsini, via della Lungara, 10, Galleria Corsini, terza sala
datazionesec. XVII ; 1625 (ca.) - 1630 (ca.) [analisi stilistica]
autoreCaroselli Angelo (1585/ 1652),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurealt. 55, largh. 68,
condizione giuridicaproprietà Stato, Galleria Corsini
dati analiticiNR (recupero pregresso)Figure femminili.
notizie storico-criticheIl quadro è ricordato nell'inventario del cardinale Neri Corsini del 1750, tra quelli acquistati con i denari avventizi, come opera di Antonio Gherardi: "La vanità due mezze figure al Naturale..." (Magnanimi 1980). Successivamente attribuita a Carlo Saraceni (Barbier de Montault 1870), la tavola è da Voss nel 1924 restituita a Angelo Caroselli. Malgrado il catalogo dell'artista sia noto solo in parte è evidente, vista la frequenza con cui ricorre, come il tema della Vanitas, gli fosse particolarmente congeniale. Infatti se da un lato gli permetteva di creare delle opere "criptiche" e di seguire una sua particolare inclinazione verso l'occulto e l'alchimia, dall'altro gli consentiva anche di raffigurare delle giovani e piacenti donne per cui si procurò la fama di dongiovanni ed adultero. Sia il Passeri che il Baldinucci parlano inoltre diffusamente, della grande abilità che l'artista possedeva nel copiare i maestri antichi e nel lavorare allo stesso tempo con stili diversi. Nell'opera infatti è possibile individuare oltre che la tradizione caravaggesca, quella della pittura veneziana del Cinquecento, il tema della toilette rimanda immediatamente a Tiziano, Savoldo, Veronese, ma soprattutto a Giorgione di cui riprende inoltre fedelmente il ritratto di Vecchia conservato nelle Gallerie dell'Accademia a Venezia. Nell'avanzare quindi una datazione della Vanitas Corsini, bisogna tener conto delle difficoltà che si incontrano ad orientarsi all'interno dell'attività di questo artista così versatile ed intrigante. Tuttavia è possibile far risalire l'opera a ridosso degli anni trenta, quando ad una prima fase naturalistica ne seguì una "classicista", caratterizzata da una maggiore eleganza e morbidezza nel tratto e da una levigatezza delle carni che contrasta con la maniera dura e tagliente degli esordi. Inoltre sempre a questo periodo si può far risale l'introduzione di rilievi antichi nelle sue opere, una pratica in realtà molto diffusa.
bibliografiaMagnanimi G.( 1980)pp. 98, 105
definizionedipinto
regioneLazio
provinciaRoma
comuneRoma
indirizzovia della Lungara, 10
ente schedatoreS50
ente competenteS50
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Alloisi S.; Funzionario responsabile: Alloisi S.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/Ascenzi V. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/Ascenzi V. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1990
anno modifica2006
latitudine41.893330
longitudine12.466925

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