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Opera d'arte VEDUTA DEL CANAL GRANDE DALLA RIVA DEGLI SCHIAVONI di Carlevaris Luca (1663/ 1730), a Lucca

L'opera d'arte VEDUTA DEL CANAL GRANDE DALLA RIVA DEGLI SCHIAVONI di Carlevaris Luca (1663/ 1730), - codice 09 00526938 di Carlevaris Luca (1663/ 1730), si trova nel comune di Lucca, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Palazzo Mansi, via Galli Tassi, Museo Nazionale di Palazzo Mansi, Salotto Guinigi Magrini, primo piano
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoVEDUTA DEL CANAL GRANDE DALLA RIVA DEGLI SCHIAVONI
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00526938
localizzazioneItalia, Toscana, LU, Luccavia Galli Tassi
contenitorepalazzo, Palazzo Mansi, via Galli Tassi, Museo Nazionale di Palazzo Mansi, Salotto Guinigi Magrini, primo piano
datazionesec. XVIII ; 1705 (ca.) - 1706 (ca.) [documentazione]
autoreCarlevaris Luca (1663/ 1730),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 63, largh. 92,
condizione giuridicaproprietà Stato, SBAPPSAE Lucca e Massa Carrara
dati analiticiNR (recupero pregresso)Architetture: la Zecca; i Granai; Chiesa di Santa Maria della Salute; la Punta della Dogana. Mezzi di trasporto: gondole; velieri. Animali: cani. Personaggi: gondolieri; donne.
notizie storico-criticheLa tela - proveniente dalla Collezione Massoni e giunta ai Musei Nazionali di Lucca nel 1952 in seguito al lascito testamentario di Vincenzo Massoni insieme ad altre tele come il Mosè che fa scaturire l'acqua dalla roccia di Gregorio Lazzarini - esposta con un' attribuzione al Carlevarjis (Borella-Giusti Maccari 1993, p.259) nel Salotto Guinigi Magrini in Palazzo Mansi, è stata identificata da Paola Betti con il dipinto del Carlevarjis di identico soggetto, già presente nella quadreria costituita dal mercante lucchese Stefano Conti nei primi tre decenni del Settecento insieme al suo pendant con la Veduta di San Giorgio Maggiore a Venezia rintracciato in collezione privata (Betti 1997, pp. 38-41, 43). Per l'identificazione del dipinto è risultata fondamentale la consultazione della corrispondenza intrattenuta dal Conti con i pittori incaricati delle varie commissioni, che ci fornisce una descrizione, talvolta molto puntuale, delle tele, di solito accompagnata dalle misure, dal numero e dalle dimensioni delle figure, come pure dai tempi di realizzazione e di consegna delle opere, come di recente ha sottolineato Franca Zava Boccazzi nel suo articolo dedicato alla quadreria Conti (Zava Boccazzi 1990, pp. 109-152). In una missiva inviata al Conti il 23 luglio 1707, che includeva l'attestato di autenticità delle tre opere inviategli l'anno precedente, il Carlevarjis infatti dichiarava "di haver fatto al Ill.mo Sig.r Stefano Conti due quadri di quarte 6 in larghezza e 4 in altezza, nell'uno de quali vi è rapresentata la pescaria di Venezia con la fabrica della Ceccha, i granai Publici, con una parte del canal grande oltre il quale si vede la chiesa di S.ta Maria della Salute, et la Dogana di Mare, con Barche d'ogni sorte, e quantità di figurine, la maggior parte delle qualli saranno pocho meno di onze tre. Nell'altro vi è rapresentata la veduta di S. Giorgio Magiore oltre il Canal Grande con navi bastimenti Barche piccole e molte figurine come nell'altro, e questi glieli consegnai il mese d'Aprile 1706" (Zava Boccazzi 1990, p. 144). Dalla comunicazione epistolare rilasciata dal Carlevarjis risulta con chiarezza la conformità dei lavori licenziati nel 1706 - tanto sul piano del taglio topografico che nelle dimensioni - con il dipinto di Palazzo Mansi e con la tela di collezione privata (Betti 1997, fig. 3, p. 41), che misurano entrambe cm 63x92. La quarta corrisponde a circa cm 17, ma non essendo espresse le frazioni della quarta le dimensioni vanno intese con una certa approssimazione, in quanto quarte 4x6 corrispondono a cm 68x102. Prima del 1703, quando esce la raccolta di acqueforti dal titolo Le Fabriche e Vedute di Venezia disegnate, poste in prospettiva, et intagliate da Luca Carlevarjis, che segna l'approccio del pittore al mondo del vedutismo, il Carlevarjis pare concentrarsi soprattutto sulla rappresentazione di 'vedute ideate' per passare solo in un secondo tempo - avvalendosi delle proprie cognizioni prospettiche e matematiche e della suggestione esercitata dall'opera del Van Wittel - alla produzione pittorica di vedute fedeli al vero, per fronteggiare le esigenze avvertite dai visitatori forestieri, tra i quali possiamo annoverare il facoltoso mercante Stefano Conti. Come ha ricordato la Betti, la rilevanza assunta dal ritrovamento della coppia di tele del Carlevarjis non consiste soltanto nell'acquisizione di due ulteriori tasselli utli a ricostruire il volto della raccolta lucchese, ma anche nell'opportunità di fare nuova luce sugli esordi vedutistici dell'udinese, che fino ad allora erano documentati a partire dall'Entrata dell'ambasciatore britannico Lord Manchester in Palazzo Ducale della City Art Gallery di Birmingham del 1707 (Betti 1997, pp. 40-41). Infatti siamo ora in grado di anticipare tale attività almeno al principio del 1706, poiché dalla già ricordata missiva indirizzata al mecenate lucchese le due vedute di Venezia risultano essere state consegnate nell'aprile di quell'anno. Lo scorcio urbanistico ritratto dal Carlevarjis, dotato di un'evidenza quasi fotografica in virtù della meticolosa riproduzione aderente al vero, appare però vivificato da una calda illuminazione solare che addolcisce i contorni degli edifici e sottolinea con vibranti riflessi l'animazione delle macchiette colte nelle più disparate occupazioni. L'accuratezza riposta dal pittore nella raffigurazione dell'elemento umano è testimoniata da una serie di studi a olio su tela ruvida e su carta utilizzati nel corso della sua parabola artistica. Tra quelli conservati presso il Victoria and Albert Museum di Londra, il P44-1938, il P63-1938 e il P66-1938 sono stati impiegati anche per la tela di Palazzo Mansi (Betti 1997, p. 43, nota 21).
altra localizzazioneluogo di provenienza: Toscana, LU, Lucca; luogo di collocazione successiva: Toscana, LU, Lucca; luogo di collocazione successiva: Toscana, LU, Lucca; luogo di collocazione successiva: Toscana, LU, Lucca
committenzaConti Stefano (1705 ca.)
bibliografiaZava Boccazzi F.( 1990)pp. 128 e 144; Borella G./ Giusti Maccari P.( 1993)p. 259; Filieri M. T.( 1993)p. 15; Borella G.-Giusti Maccari P.( 1995)p. 63; Filieri M. T.( 1995)p. 9; Betti P.( 1997)pp. 38-41 e 43
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaLucca
comuneLucca
indirizzovia Galli Tassi
ente schedatoreS39
ente competenteS39
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Betti P.; Funzionario responsabile: Russo S.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Tramontano T. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2000
anno modifica2006
latitudine43.842214
longitudine10.505064

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