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bene culturale | miniatura, c. 1r |
soggetto | vocazione di San Pietro e Sant'Andrea |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 09 00646165 - 3.1 |
localizzazione | ITALIA, Toscana, FI, FirenzeP.zza S. Marco, 3 |
contenitore | convento, domenicano, Convento di S. Marco, Chiesa e convento di S. Marco, P.zza S. Marco, 3, Museo di S. Marco, Biblioteca |
datazione | sec. XV ; 1448 - 1453 [documentazione] |
autore | Strozzi Zanobi di Benedetto (1412/ 1468), Torelli Filippo (1409/ 1468), |
materia tecnica | pergamena/ miniaturagesso/ doratura |
misure | mm |
condizione giuridica | proprietà Stato, MInistero per i Beni e le Attività Culturali |
dati analitici | Iniziale fogliata grande D (Dominus secus mare Galilee) con storia all'interno e fregio sui quattro margini. Nel margine inferiore compaiono tre medaglioni mistilinei: uno centrale con stemma mediceo d'oro alle otto palle rosse e ai lati due con le figure a tre quarti dei santi Andrea e Pietro con i loro attributi. Corpo della lettera rosa, stretto da anellini rossi e azzurri e decorato da una cornice di perle. Campo della lettera in foglia d'oro con decorazioni circolari ad impressione; fregio composto da foglie lanceolate: quello del margine esterno si diparte da un vaso e include, tra i fogliami, uccelli fantastici e un putto le cui carni sono chiaroscurate attraverso lo stesso tratteggio utilizzato per le figure nel fondo delle lettere. La scena principale rappresenta Cristo nell'atto di chiamare Pietro e Andrea. I due fratelli si apprestano ad approdare con la loro barca, mentre Pietro ritira le reti e Andrea guida con il remo; il primo indossa una veste gialla ed ha la barba corta e lanosa, mentre il fratello, con una tunica verde, ha una lunga barba grigia che gli scende sul petto. Cristo, avvolto in morbidi panni finemente lumeggiati, è in piedi in riva al lago e richiama con un gesto pacato Pietro e Andrea. Il paesaggio è reso in modo particolarmente naturalistico.Personaggi: Cristo; San Pietro; Sant'Andrea. Abbigliamento: tuniche. Attività umane: pesca Mare. Mezzi di trasporto: barche. Montagne. Piante. Attributi: (San pietro) chiavi; libro; (Sant'Andrea) croce; libro. Animali fantastici: (nel fregio) tre uccelli. Animali: (nel fregio) quattro farfalle. Fiori: (nel fregio) fiordalisi. Figure: (nel fregio) putto alato. Personaggi: (nel fregio) Sant'Andrea; San Pietro.STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: stemma, Qualificazione: familiare, Identificazione: Medici, Posizione: centro del fregio del margine inferiore, Descrizione : d'oro alle otto palle rosse, |
notizie storico-critiche | Il codice è identificabile con il Graduale contenente i testi dalla festa di sant'Andrea alla festa dell'Annunciazione, le cui iniziali sono state affidate a Zanobi Strozzi per le figure e Filippo di Matteo Torelli per la parte ornamentale, come ricordato nel passo della Cronaca del convento che documenta i codici (Firenze, Biblioteca medicea Laurenziana, Libro di Ricordanze, Fondo di San Marco, n. 902, Ricordanze A) pubblicato per la prima volta da Mirella Levi D'Ancona (1962, pp. 265-266). Dallo stesso documento si apprende che il testo è stato parzialmente scritto da Frate Giovanni da Santa Croce nel 1451, con iniziali filigranate realizzate da un calligrafo fiorentino, probabilmente della bottega di Filippo di Matteo Torelli, e rilegato da Vespasiano da Bisticci nel 1449, come testimoniato sia nella Cronaca del convento che nel Libro delle Ricordanze dello stesso Vespasiano. Nell'inventario del Museo di San Marco redatto dal Rondoni (1876, pp. 34-36 n. 1) vengono registrate 264 carte per cui si deduce che l'asportazione della c. 134 è avvenuta posteriormente. Zanobi Strozzi ricevette la commissione per la realizzazione dell'intero ciclo corale per il convento di San Marco tramite l'Angelico, che ne stimò anche il pagamento. Ciò avvenne a conclusione del generale rinnovamento voluto da Cosimo de' Medici e portato avanti, fin dal 1438, da Michelozzo, per quanto riguarda l'architettura, e dall'Angelico per la parte pittorica: lo stemma mediceo, infatti, oltre ad essere presente in molte parti del convento, campeggia anche al centro del fregio della miniatura di apertura a c. 1r e nella maggior parte delle legature. Questo gruppo di codici si presenta, quindi, particolarmente omogeneo nella scelta delle misure, nelle impostazioni delle decorazioni a piena pagina ornate dai fregi del Torelli, nelle scelte cromatiche e nell'illustrazione delle feste principali, con iniziali istoriate e figurate, tutte riconducibili ai santi legati all'Ordine domenicano. Uno dei primi studiosi che si cimentarono nell'identificazione dei codici fu Paolo D'Ancona (1914, v. I pp. 53-56; v. II pp. 346-356), preceduto soltanto dal Marchese (1869, V. I, pp. 232-252) e dal Rondoni (1876, pp. 34-39) che attribuirono l'intero ciclo a Fra Benedetto dal Mugello, fratello dell'Angelico, fraintendendo, però, i documenti che lo videro coinvolto soltanto come scriba tra il 1445 e il 1448, anno di interruzione a causa della morte per la peste; i testi furono così conclusi nel 1451-1452 da Frate Giovanni da Santa Croce e Frate Gianni di Guido Barbiere, anch'egli di Santa Croce. Attraverso una rilettura dei numerosi documenti (D'Ancona 1908, pp. 94-95; Collobi Ragghianti 1950, pp. 18, 19, 26) e grazie all'opera della Levi D'Ancona (1962, pp. 105-106) è stato possibile datare e attribuire l'intero corpus delle opere realizzate in collaborazione da Zanobi e Filippo. Grazie ai documenti è possibile connotare cronologicamente ciascun codice realizzato tra il 1446 e il 1454, periodo durante il quale sembrerebbe ci sia stato un arresto dei lavori tra il 1448 e il 1450 durante la realizzazione del Graduale 515. I primi codici ad essere stati miniati sono gli Antifonari (Invv. 522, 517, 518, 520, 521), conclusi entro il 1448; i lavori proseguirono con il ciclo dei Graduali (Invv. 515, 524, 528, 526, 527, 516) fino al 1454. Questi sono gli anni in cui si nota un sostanziale miglioramento delle capacità artistiche del miniatore probabilmente perché lavorò molto costantemente anche in pittura, rimanendo sempre in contatto con l'Angelico. Le capacità di Zanobi vanno cercate soprattutto nel sapiente modo di accordare i colori dei paesaggi con quelli delle figure elegantemente vestite, tanto da farne uno dei più delicati miniatori fiorentini della seconda metà del XV secolo. Iconograficamente, il Graduale A è strettamente legato al Graduale 558, realizzato dal Beato Angelico per il convento di San Domenico di Fiesole almeno un ventennio prima. Ma Zanobi è un miniatore che appartiene ormai a una cultura diversa: è un laico immerso nella cultura cittadina rinascimentale e nelle sue miniature interpreta in modo personale i soggetti ereditati dal maestro. La parte decorativa dei fregi si deve a Filippo di Matteo Torelli, figlio di uno dei miniatori attivi all'interno della Scuola degli Angeli, che, attraverso animali dal piumaggio variopinto, farfalle, fiori e testine caricaturali, regala un aspetto favolistico ai fregi che deriva dalla tradizione dei bestiari medievali del Duecento (Garzelli 1985). |
committenza | Cosimo de' Medici il Vecchio |
bibliografia | Marchese V.( 1869)V. I, pp. 232-252; Rondoni F.( 1876)pp. 34-36, n. 1; Vasari G.( 1878-1885)pp. 505, 521, 528 nota 1; D'Ancona P.( 1908)pp. 87-95; D'Ancona P.( 1914)v. I pp. 53-56; v. II pp. 346-356 n. 758; Collobi Ragghianti L.( 1950)1 p. 464; 2 pp. 18, |
definizione | miniatura |
regione | Toscana |
provincia | Firenze |
comune | Firenze |
indirizzo | P.zza S. Marco, 3 |
ente schedatore | S156 |
ente competente | S156 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Giacomelli S.; Funzionario responsabile: Scudieri M.Sframeli M. |
anno creazione | 2007 |
latitudine | 43.778115 |
longitudine | 11.258818 |