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bene culturale | scultura, opera isolata |
titolo | Atte (Vedova) |
soggetto | ritratto femminile |
tipo scheda | OA_2.00 |
codice univoco | 12 00463281 |
localizzazione | RM, Romaviale delle Belle Arti, 131 |
contenitore | palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale delle Belle Arti, 131, Vestibolo di Eva |
datazione | XIX ; 1892 (ca.) - 1892 (ca.) [bibliografia] |
autore | Wildt Adolfo (Milano 1868 / 1931), |
materia tecnica | marmo |
misure | alt. 42, largh. 31, prof. 23, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna |
dati analitici | busto di fanciulla con il capo ricoperto da un velo e lo sguardo rivolto verso il basso. |
notizie storico-critiche | In uno scritto autobiografico, Adolfo Wildt sostiene di aver eseguito questa scultura all'età di ventitré anni, prendendo come modella la moglie Dina Borghi (cfr. Wildt, in Il Secolo XX, marzo 1928). Altrove, l'artista precisa di averla realizzata a ventiquattro anni, e su questa base la scultura è stata assegnata al 1892 (cfr. Siviero, 1931). Nel 1893, all'Esposizione di Belle Arti di Milano, l'opera fu presentata con il titolo Atte, liberta di origine asiatica favorita da Nerone; anche dopo l'unione dell'imperatore con Poppea, Atte gli rimase sempre fedele e fu la sola a piangerne la morte e a seppellirlo. Questo collegamento tra il ritratto della moglie dello scultore e la figura di Atte instaura un immediato nesso simbolico con l'idea di vedovanza, di morte, di eterna fedeltà e di sacrificio d'amore (cfr. Di Nardo, in Bentini, 2007, p. 238). È evidente in questa scultura, il cui modello formale e iconografico è costituito dall' Erma di Vestale di Canova (1818-1819, Milano, Civica Galleria d'Arte Moderna), la lezione dell'estetica naturalistica degli anni Settanta e Ottanta del XIX secolo, fusa con la compostezza della statuaria classica, che Wildt aveva studiato a fondo. Maestro nel trattamento del marmo, egli conferisce al patetico volto di Atte una superficie estremamente levigata, sulla quale la luce scivola in maniera omogenea. Oltre a questo primo esemplare, nel 1893 l'artista ne eseguì un secondo per Franz Rose, che sarà per circa diciotto anni committente delle sue opere. Sono note altre due versioni più tarde, una delle quali acquistata nel 1902 dal Granduca Vladimiro all'Esposizione Italiana di Pittura e Scultura ed Arti applicate di San Pietroburgo. |
bibliografia | Catalogo Esposizione( 1894)p. 18 n. 245; Piroli P.( 1917)p. 56; Colasanti A.( 1923)p. 222; Siviero C.( 1931); Fleres U.( 1932)p. 29; Mola P.( 1989)p. 45, p. 163 n. 1; Vicario V.( 1994)vol. II, pp. 1103-1109; Panzetta A.( 2003)vol. II, p. 979; Frezzotti S. |
definizione | scultura |
regione | Lazio |
provincia | Roma |
comune | Roma |
indirizzo | viale delle Belle Arti, 131 |
ente schedatore | S51 |
ente competente | S51 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Capodieci L.; Funzionario responsabile: Compilatore scheda: Renzi A. M.; Funzionario responsabile: Mantura B.Frezzotti S. |
anno creazione | 1996; 2011 |
latitudine | 41.916344 |
longitudine | 12.482229 |