notizie storico-critiche | L'autoritratto in esame è una delle tre versioni conosciute eseguite da Previati, insieme a un primissimo e più convenzionale disegno datato al 1906-07 (collezione privata milanese, cfr. scheda di G. Ginex in Gaetano Previati 1852-1920. Un protagonista del simbolismo europeo,catalogo della mostra a cura di F. Mazzocca, Milano 1999, ripr. p. 94), in cui è raffigurato a mezzobusto rivolto a destra, e a un esemplare pressoché identico conservato agli Uffizi, nella raccolta di autoritratti d'artisti del Corridoio Vasariano. La scelta della posa tipicamente "ufficiale" del pittore deriva con ogni probabilità da una delle fotografie di Previati eseguite da Emilio Sommariva, sfrondata di ogni elemento descrittivo e di arredo, compreso il cavalletto. Il dipinto oggi a Firenze, dalle misure leggermente maggiori, dal taglio più allungato fino a includere parte delle gambe e anche più rifinito nei dettagli, fu di certo eseguito entro il 1911, anno della sua prima occasione espositiva a Parigi, mentre l'anno seguente, in mostra alla Biennale veneziana, fu notato dal Governo italiano, che lo richiese all'artista e lo ricevette come donazione da parte della neonata Società per l'arte di Gaetano Previati. La sua effettiva consegna alla sede museale avvenne tuttavia solo nel 1914: il mercante d'arte Alberto Grubicy, infatti, che dal 1899 (e non dal 1898 come erroneamente riportato da tutte le fonti: si veda per tale puntualizzazione S. Rebora, Arte come impresa. Il caso Previati-Grubicy, in Idem, p. 47) aveva legato a sé l'artista con una formula di contratto esclusivo, trattenne arbitrariamente il quadro per poterlo inviare di sua iniziativa presso altre esposizioni, a New York nel 1913 e a Roma nell'aprile del 1914. Il dipinto conservato presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma reca invece un'interessante dedica proprio ad Alberto Grubicy (cfr. il campo ISRI), particolarmente significativa da un lato per l'esplicitazione delle teorie estetiche divisioniste condivise col suo "promotore" (laddove la tavolozza, fulcro luminoso e cromatico del quadro reca su di sé i colori disposti in sequenza prismatica), dall'altro perché può contribuire a far luce sulla cronologia dello stesso quadro. La data tradizionalmente attribuita alla nostra tela fa riferimento a quello stesso 1911 adottato per il dipinto fiorentino, sia perché considerata uno "studio per quello degli Uffizi", sia sulla base della fondazione in quell'anno della Società per l'arte di Gaetano Previati voluta da Grubicy, e dunque come presunto omaggio a questi da parte del pittore (si veda A.M. Damigella in Galleria Nazionale d'Arte Moderna" 2006, p. 316, che però indica le mostre di Parigi 1911 e Venezia 1912 come sedi espositive del dipinto Gnam mentre in realtà riguardano l'esemplare degli Uffizi). Tuttavia la riluttanza di Alberto, come abbiamo visto, a consegnare il dipinto agli Uffizi che pure lo reclamava, fino al 1914 induce a ritenere che egli non avesse sino ad allora a sua disposizione altre versioni, peraltro così simili, da spedire alle mostre del 1913 e 1914, e che dunque Previati abbia eseguito il dipinto, in sostituzione di quello donato a Firenze e facendone dono a Grubicy, intorno a quello stesso 1914. |
bibliografia | Fleres( 1932)p. 27; Maselli( 1938)p. 31; Bucarelli( 1951)pp. 29, 61; Fiori( 1968)vol. II, p. 73, cat. III.585; Bucarelli( 1973)p. 159; Marelli( 1990)tomo II, p. 977; Bordini( 1993)n. 51, p. 41, ripr.; Damigella( 2006)p. 316 n. 14.13; Imbellone( 2012)p. 23 |