notizie storico-critiche | Formatosi dal 1854 con E. Gamba e A. Gastaldi all'Accademia Albertina di Torino, Delleani negli anni successivi inizia a ottenere consensi di critica con opere di soggetto storico, piuttosto tradizionali nell'impianto formale, caratterizzate da un'impostazione ancora accademica-romantica. E' solo dalla fine degli anni sessanta che gli interessi del pittore si indirizzano verso soggetti paesaggistici, con brani di vita quotidiana affrontati ancora con una pennellata omogenea, da pittura accademica. Verso il 1880 si avvicina al Verismo: acquistano spazio nella sua attività i piccoli formati, tavolette con soggetti paesistici o di genere, costruiti da pennellate veloci, cui meglio si addiceva la pratica dello schizzo all'impronta, influenzato dall'esempio di A. Fontanesi, e forse per la presenza di alcuni dipinti di F. De Nittis all'esposizione di Torino del 1880. Nella sua feconda produzione, permangono inizialmente le tematiche storiche, arricchite anche da soggetti esplicitamente orientaleggianti, tipici dell'esotismo dilagante in quello scorcio dell'Ottocento, una produzione però che viene abbandonata dall'artista in modo progressivo, poichè sempre più isterilito e meno rispondente alle esigenze e alle sollecitazioni interiori del pittore.Fondamentale nell'ambito della ricerca di Delleani è il viaggio in Olanda, nel 1883: un'esperienza ricca di suggerimenti ricavati dallo studio dei maestri del Seicento e dai pittori della Scuola dell'Aja.Beccaio con vitello tuttavia rivela come la devozione a Rembrandt, professata apertamente all'indomani della determinante esperienza olandese (Dragone 1974, p. 213), dati anteriormente a quel viaggio: il soggetto rimanda infatti con evidenza a Il bue macellato, opera del 1655 del maestro olandese conservata al Louvre, che l'artista potrebbe aver visto in occasione del soggiorno parigino del 1878 (Chirtani 1883, I, p.86)Il beccaio è rappresentato accanto a due buoi appena squartati, disposti su piani differenti, emergenti da un fondo scuro. L'impasto pittorico è grumoso e vibrante, steso con la spatola, e il colore impastato di luce, con la violenza dei rossi e bianchi, che definisce autonomamente i volumi e la profondità, rendendo con efficacia l'evidenza dei corpi macellati degli animali. La tavoletta è da associare a quella nella collezione della Galleria d'Arte Moderna di Torino, Bue squartato (A. Casassa, in Maggio Serra 1993, p. 308), di identiche dimensioni e firmata dall'artista lo stesso giorno 18 novembre 1881; entrambe verranno utilizzate come studi preliminari per la realizzazione, l'anno successivo, della grande tela Sotto Natale (La macelleria), presentata all'Esposizione Internazionale di Roma nel 1883 (p. 72, n.13), ora alla Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze. |