notizie storico-critiche | L'artista inizia la sua carriera da autodidatta e, influenzato da Giovanni Volpato, fratello della madre, sceglie di frequentare l'Accademia Albertina, di cui divenne professore di pittura nel 1858. Il 1847 è l'anno della sua prima esposizione e prende parte alla Promotrice torinese. Compie viaggi importanti per la sua formazione artistica, tra i quali: Roma e Firenze, dove può studiare direttamente l'arte antica, e Parigi, dove segue i rappresentanti della pittura ufficiale: pittori di storia famosi e celebrati, come Gros, Delaroche, Couture e Vernet. Gastaldi diviene il maggior interprete del genere storico, spaziando tra soggetti religiosi, risorgimentali e letterari, prediligendo in particolare autori come Byron e Chateaubriand.Nel 1877 si serve per la prima volta della tecnica dell'encausto a cera sciolta, tornata in auge nell'ottocento, tecnica che utilizzerà proprio per l'esecuzione della monumentale figura di Bonifacio VIII, tratta dalla storia medievale. Dai colori brillanti il papa è connotato, nei tratti del viso e nella postura, da una forte carica psicologica. La preoccupazione e l'umiliazione derivano dalle vicende storiche di cui si era reso protagonista. Bonifacio VIII fu infatti in contrasto con Filippo il Bello di Francia, facendosi sostenitore della superiorità gerarchica del potere spirituale su quello temporale, e con le famiglie patrizie romane. Tali antagonismi ebbero come conseguenza il famoso episodio dello schiaffo di Anagni (1303), in cui la figura del pontefice venne oltraggiata per mano di Sciarra Colonna. Il papa Bonifacio incarnava dunque l'antagonismo tra chiesa e stato, contrasto che nella neocapitale era ancora molto vivo, considerando le recenti vicende risorgimentali: la breccia di Porta Pia, il plebiscito di annessione di Roma all'Italia e lo spostamento del governo nella nuova capitale (1870), l'emanazione delle cosiddette leggi delle guarentigie (1871), mai accettate da papa Pio IX. Negli anni successivi infatti si evolverà quella che viene definita "la questione romana", la quale troverà una soluzione soltanto con la conciliazione tra stato e chiesa sancita dai Patti Lateranensi nel 1929. Il dipinto fu presentato prima al Salon di Parigi nel 1876, poi alla III Esposizione artistica nazionale di Napoli del 1877 e fu riproposto l'anno successivo all'Esposizione universale di Parigi. |