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Opera d'arte Campagna romana di Vertunni Achille (1826/1897), a Roma

L'opera d'arte Campagna romana di Vertunni Achille (1826/1897), - codice 12 00491717 di Vertunni Achille (1826/1897), si trova nel comune di Roma, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Viale delle Belle Arti 131, Roma
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto
titoloCampagna romana
soggettopaesaggio
tipo schedaOA_2.00
codice univoco12 00491717
localizzazioneRM, RomaViale delle Belle Arti 131, Roma
contenitorepalazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Viale delle Belle Arti 131, Roma
datazioneXIX ; 1870 (ca.) - 1870 (ca.) [bibliografia]
autoreVertunni Achille (1826/1897),
materia tecnicaolio su tela
misurealt. 53.5, largh. 127.5,
condizione giuridicaproprietà Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
dati analiticipaesaggio dell'agro pontino con figure
notizie storico-criticheVertunni dipinse una prima "Campagna Romana" nel 1856, subito dopo aver esposto la "Pia dei Tolomei", consacrando il passaggio dalla pittura di storia a quella di paese. Tuttavia, la stessa "Pia" rappresenta una storia narrata in un vasto paesaggio, il che è testimone del forte interesse che quest'ultimo ha rivestito fin dagli esordi della carriera del pittore. Del resto la sua formazione è avvenuta al fianco di Domenico Morelli e Filippo Palizzi, dei quali egli sembra rappresentarne, all'inizio della sua attività e con giusto equilibrio, una sintesi, salvo avere maggior interesse, successivamente, per la pittura del secondo. Se "Le Paludi Pontine" del 1861 segnarono un primo traguardo nel percorso del paesaggismo tout-court di Vertunni, il dipinto in esame - che rappresenta sempre un brano dell'agro pontino, evidente dalla sagoma del Circeo distinguibile in lontananza, e ascrivibile secondo la critica al 1870 ca. - segna una maggiore attenzione al vero e al naturalismo di marca palizziana che raggiunse esiti più estremi alla fine degli anni Settanta con dipinti tipo "Maccarese" (Milano, Galleria d'Arte Moderna). Rispetto al dipinto torinese, con cui condivide l'ariosità dell'orizzonte e la cura nella resa atmosferica, nella tela in esame la presenza delle figure della mamma col bambino, stanti al centro, denota una attenzione agli aspetti più pittoreschi della campagna romana che furono tipici del paesaggismo laziale. È esattamente in dipinti come questo che si fa evidente il debito che il paesaggismo romano ebbe nei confronti di Vertunni il quale, con il suo trasferimento nell'Urbe, scalzando definitivamente il paesaggismo di marca romantica di cui Alessandro Castelli al tempo era il leader, diede un forte impulso a rinnovarsi in senso verista, più di quanto poté Nino Costa. Proprio quest'ultimo, nonostante disprezzasse l'uso commerciale che Vertunni faceva della sua pittura, ne riconosceva comunque l'importanza nello sviluppo di una nuova sensibilità nei confronti del vero.
bibliografiaF. Borsi (a cura di)( 1980)p. 194; Barilli (a cura di)( 1988)pp. 165, 354.; Bon Valsassina( 1991)p. 456; Farioli( 1999); Rolfi( 2003)p. 379.; C. Spadoni (a cura di)( 2008)
definizionedipinto
regioneLazio
provinciaRoma
comuneRoma
indirizzoViale delle Belle Arti 131, Roma
ente schedatoreS 51
ente competenteS 51
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Bertozzi F.; Funzionario responsabile: Compilatore scheda: Piccioni, M.; Funzionario responsabile: Piantoni G.Frezzotti, S.
anno creazione1997; 2011
latitudine41.916136
longitudine12.482598

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