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Opera d'arte Chioggia di Bazzaro Leonardo (Milano 1853/ 1937), a Roma

L'opera d'arte Chioggia di Bazzaro Leonardo (Milano 1853/ 1937), - codice 12 00827427 di Bazzaro Leonardo (Milano 1853/ 1937), si trova nel comune di Roma, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti 131
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, opera isolata
titoloChioggia
soggettopaesaggio
tipo schedaOA_2.00
codice univoco12 00827427
localizzazioneRM, Romaviale Belle Arti 131
contenitorepalazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti 131
datazionesec. XIX ; 1894 (ca.) - 1894 (ca.) [bibliografica]
autoreBazzaro Leonardo (Milano 1853/ 1937),
materia tecnicaolio su tela
misurealt. 129, lungh. 200,
condizione giuridicaproprietà dello Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
dati analiticiVeduta di scorcio del canale della Vena di Chioggia con i palazzi riflessi sull'acqua e figure che passeggiano sulle banchine e barche che ospitano figure femminili velate.
notizie storico-criticheAlla II Triennale di Milano, svoltasi nella primavera del 1894, Bazzaro esponeva, oltre a "Seconda natura" e " A Chioggia" - ora in collezione privata conosciuto anche come "Ponte del mercato" o "Nella sera" (cfr. Rebora 1997, n. 16, p.68) che aveva vinto anche una medaglia all'Esposizione Universale di Parigi del 1889 - il presente dipinto, noto anche come "Inverno a Chioggia", acquistato in quell'occasione dal Governo per la Galleria d'Arte Moderna. Il dipinto rientra in una serie di opere eseguite dall'artista a Venezia e dintorni caratterizzate da soggetti patetici e atmosfere plumbee che si ritrovano ad esempio in "Orazione (A chioggia)" o "Preghiera" o "Per i poveri naufraghi" (Milano, Fondazione Cariplo, cfr. Rebora 1997, n. 31). Tutti questi dipinti risentono della pittura di Mosè Bianchi e in generale della seconda stagione della Scapigliata milanese di cui Bazzaro era esponente, ma anche delle contemporanee ricerche dei pittori lagunari più intimisti come Milesi e Fragiacomo. Inoltre, lo stesso tratto del canale della Vena, con il cinquecentesco Palazzo Grassi sulla sinistra, era stato dipinta dieci anni prima proprio da Bianchi, ma con un'angolatura leggermente più spostata a sinistra (cfr. scheda n.00827432). Tuttavia, la rigorosa struttura prospettica decentrata che conduce lo sguardo lungo il canale verso il ponte, derivata verosimilmente dallo studio della fotografia, è artificio comune a buona parte delle vedute italiane ottocentesche, e si ritrova, ad esempio, rimanendo nella tematica lagunare, nel "Canal Grande" di Pasini (n. 00489533). Nonostante il dipinto rappresenti un'opera esemplare della maniera del verismo patetico di grande formato, tipica degli anni a cavallo tra gli '80 e i '90, vi è in questa una certa sobrietà formale che pone in secondo piano l'accento bozzettistico della scena, concentrando l'attenzione sui riflessi dell'acqua e sulla generale mesta atmosfera, grazie anche alla sobria scelta cromatica mantenuta su toni molto sommessi.
bibliografiaBarbiera( 1894); Chirtani( 1900)p. 766; Risi( 1903)p. 338; De Carlo( 1909)pp. 711, 718; Nicodemi( 1938)p. 24; Geraci( 1941)p. 676; La Permanente( 1986)n. 93, p. 132,; Rebora( 1991)p. 684; Rebora( 1997)pp. 96-97, n.30; N. Colombo (a cura di)( 1999)p. 85; P
definizionedipinto
regioneLazio
provinciaRoma
comuneRoma
indirizzoviale Belle Arti 131
ente schedatores51
ente competentes51
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Osti Guerrazi A. M.; Funzionario responsabile: Compilatore scheda: Piccioni, M.; Funzionario responsabile: Piantoni G.Frezzotti, S.
anno creazione1995; 2011
latitudine41.916344
longitudine12.482229

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