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bene culturale | dipinto, opera isolata |
titolo | Fantasia araba |
soggetto | soggetto militare |
tipo scheda | OA_2.00 |
codice univoco | 12 00826980 |
localizzazione | RM, Romaviale Belle Arti, 131 |
contenitore | palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti, 131 |
datazione | XIX ; 1879 (ca.) - 1879 (ca.) [bibliografia; analisi stilistica] |
autore | Ussi Stefano (Firenze 1822/ Firenze 1901), |
materia tecnica | olio su tela |
misure | alt. 48, largh. 116, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna |
dati analitici | Paesaggio. Figure. Abbigliamento: arabo. Animali: cavalli. |
notizie storico-critiche | Il dipinto si riferisce al viaggio in Marocco compiuto da Stefano Ussi nel 1875; viaggio nel quale insieme allo scrittore Edmondo De Amicis e al pittore Cesare Biseo fu invitato a partecipare come disegnatore alla prima missione diplomatica italiana che intendeva presentare le credenziali del nuovo stato unitario al sultano Moulay el Hassan, eseguendo un'ampia serie di bozzetti dedicati agli splendidi panorami, ai tramonti, alla natura selvaggia e incontaminata di quella terra. Il dipinto rappresenta un Lab-el-barode, il gioco con la polvere eseguito dalla scorta della provincia di Laracce in onore dell'ambasceria italiana, nel momento in cui dava il cambio a quella di Had-el-Garbià, al confine della provincia di Tangeri. Nelle pagine del celebre romanzo, Marocco, pubblicato a Milano nel 1876, il De Amicis descrive l'episodio: "[...] ci trovammo davanti a uno spettacolo stupendo. Trecento cavalieri, vestiti di mille colori, sparpagliati in un grandioso disordine, ci venivan incontro a briglia sciolta coi fucili nel pugno, come se si slanciassero all'assalto di un reggimento [...]. Allora cominciò uno dei più splendidi lab-el-barode (giuochi colla polvere) che noi potessimo desiderare. Si slanciavano alla carica a due, a dieci insieme, a uno a uno, in fondo alla valle, sulle colline, davanti ai fianchi della carovana, nella direzione del nostro cammino e in direzione contraria, sparando e urlando senza posa. In pochi minuti la valle fu piena di fumo e d'odor di polvere come un campo di battaglia [...]. Tutta questa gente, questo movimento vertiginoso, questo strepito, scoppiato inaspettatamente, all'apparire del sole, in quella gola angusta dove lo spettacolo si presentava tutto insieme allo sguardo come dentro a un anfiteatro, ci colpì d'un tale stupore che per un pezzo nessun aprì bocca, e le prime parole furono poi un'esclamazione unanime e calorosa: È bello! È bello! È bello!" (De Amicis 1876). |
bibliografia | De Amicis E.( 1876)pp. 134-137; Filippi F.( 1880)p. 112; Faldi A.( 1902)p. 7; Gatti G.( 1925)p. 60; Villari A.( 2006)v. I p. 246 n. 8.31; Imbellone A.( 2011)pp. 130, 209-210 |
definizione | dipinto |
regione | Lazio |
provincia | Roma |
comune | Roma |
indirizzo | viale Belle Arti, 131 |
ente schedatore | S51 |
ente competente | S51 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Bertozzi F.; Funzionario responsabile: Piantoni G.; Aggiornamento-revisione: Petrosino A.M. (2011); |
anno creazione | 1995 |
anno modifica | 2011 |
latitudine | 41.916344 |
longitudine | 12.482229 |