notizie storico-critiche | La scultura venne acquistata dall'Amministrazione provinciale nel 1941, in occasione della annuale esposizione della Società Promotrice, unitamente ad altre opere su tela di pittori contemporanei tra cui Giuseppe Sobrile, Lidio Aimone e Mario Reviglione, XIII Esposizione del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti in Torino. XCIX Esposizione Società Promotrice delle Belle Arti - Torino. Catalogo, catalogo della Mostra (Torino, maggio-giugno 1941), Torino 1941, p. 28. Nonostante le difficoltà del momento, l'Ente non rinunciò alla consolidata prassi che aveva visto la Provincia tra i principali sostenitori degli artisti piemontesi presenti alle mostre allestite in Torino e in tutto il territorio di pertinenza dell'Ente e che verrà ampiamente ripresa nel secondo dopoguerra. La scultura, venduta per lire 5000 (L. Facchin, Raccolte d'arte in palazzo Dal Pozzo della Cisterna, in M. Cassetti-B. Signorelli (a cura di), Il palazzo Dal Pozzo della Cisterna nell'Isola dell'Assunta in Torino, Torino, 2004, p. 170), cifra nettamente superiore a quella di molte altre opere esposte, ottenne un buon riconoscimento dalla critica e venne pubblicata a piena pagina nella rivista mensile Torino nel numero di maggio, Zeta, Due gloriosi caduti onorati alla mostra del Valentino. Lo scultore Canavotto e il pittore Bora, in "Torino. Rassegna mensile della città", XXI, 5 maggio 1941, pp. 17, 19. Nonostante i toni fortemente retorici dell'articolo, caratteristici dell'epoca, l'elogio "una serena immagine di bellezza, apre la serie delle sculture di primissimo ordine, che dicono a quale altezza sia giunta la statuaria piemontese" appare ampiamente condivisibile data la qualità dell'opera, caratterizzata da un saldo modellato e da un'intonazione lievemente austera, proprie dell'attività matura dell'artista al quale, l'anno successivo, la XIII Biennale di Venezia dedicava un'intera sala, nonostante la fredda accoglienza di parte della critica. La Provincia di Torino conserva, inoltre, all'interno delle proprie collezioni, altri due esemplari della stessa opera, il modello in gesso, proveniente dall'IPI, ed una replica in metallo, forse bronzo, collocato sulla mensola del primo piano dello scalone del Padiglione A del complesso di Corso Lanza, sui quali non è ancora stato possibile accertare le modalità con cui pervennero all'Ente. Per un profilo biografico dello scultore, A. Panzetta, Nuovo dizionario degli scultori italiani dell'Ottocento e del primo Novecento, Torino, 2003, v. II, pp. 789-790. Il basamento ligneo è stato giustapposto successivamente all'acquisto della scultura. |