notizie storico-critiche | Il dipinto venne acquistato per L. 75.000, unitamente ad altre opere, secondo una politica di promozione degli artisti locali intrapresa dalla Provincia di Torino a partire dal quarto decennio del Novecento, all'Esposizione di Arte Contemporanea di Torre Pellice del 1954, Art-Club- Torino, Associazione Pro Torre Pellice, 5° mostra d'Arte Moderna, catalogo della mostra (Torre Pellice, Collegio Valdese, 21 agosto-3 settembre 1954), Torino, 1954, s.p., n. 16. La stessa opera, come attestato dal cartellino posto sul retro della cornice, venne esposta in quello stesso anno alla Biennale di Venezia, La Biennale di Venezia, catalogo della mostra, Venezia, 1954, p. 152, n. 17, ove figura con il titolo "Il mio gatto", datata al 1948 ed indicata di proprietà della Galleria La Bussola di Torino. Artista ormai largamente apprezzato dalla critica, dopo una formazione a Gorizia, ove assorbì la cultura mitteleuropea, anche grazie ad un viaggio a Vienna, maturando nel primo dopoguerra interessi verso l'espressionismo, si trasferì a Torino nel 1928, ove intrattenne rapporti in particolare con Felice Casorati e con il "Gruppo dei Sei", pur mantenendo una propra individualità artistica. Realizzò allora una serie di nature morte, di paesaggi tratti dai dintorni di Reaglie e di vedute della città, destinati a soddisfare la committenza locale, ma non venendo meno all'utilizzo di una tecnica, il suo "lavis", ovvero una sorta di china dilavata che ritorna anche nell'opera in esame. Il vero e proprio apprezzamento della critica avvenne intorno all'nizio del quinto decennio, dopo che per lungo tempo aveva svolto attività di brillante illustratore dalla pennellata elegante e libera. Negli anni cinquanta la sua produzione fu caratterizzata da un frequente oscillare tra la scelta figurativa, nell'ambito della quale emergono famose figure di santi, e quella astratta; il tema del gatto, sia rappresentato da solo, accucciato o stante, sia in braccio ad una figura femminile, ricorre ripetutamente a partire dai primi esemplari degli anni trenta e costituisce, proprio negli anni in esame una certa frequenza, venendo realizzato in diverse tecniche e formati. Proprio il tema del gatto ottenne una particolare menzione da parte del critico Luigi Carluccio nel presentare la sala dedicata all'artista alla Biennale di Venezia, A. Dragone, Spazzapan. Catalogo Generale, Torino, 1981, pp. 33, 35, 319, n. 1513. La cornice, sia per la tipologia, estremamente semplice, sia per la presenza sul retro di etichette inventariali dell'Ente e dell'esposizione alla Promotrice, è da considerarsi coeva al dipinto. |