dati analitici | In primo piano, parzialmente in ombra, sono rappresentati alcuni speroni rocciosi. Al di là di essi, sulla sinistra, un altipiano, parzialmente illumintato e coperto di neve ove si intravedono alcune silhouette umane intente a varie attività. Sulla destra, si apre, invece, una profonda gola per la maggiorparte in ombra. Basse nuvole chiare tagliano la scena a metà della tela. Nella parte superiore, a sinistra, alte cime innevate in pieno sole e, nel rimanente della superficie pittorica, ampio squarcio di cielo. La composizione appare giocata su una vasta gamma di toni dal bianco all'azzurro alternati a toni bruni per la roccia. La tela è posta entro cornice in legno dipinta di formato rettangolare. Battuta liscia di colore nero; luce rettangolare. Fascia modinata di colore bianco.Soggetti profani. Paesaggi: montagne; ghiacciai; speroni rocciosi; nubi; cielo. Figure: uomini. Abbigliamento. Fenomeni metereologici: neve. |
notizie storico-critiche | Nel 1939 Laura Camino, moglie di Vittorio, nipote del pittore Alberto Pasini, e figlia del paesaggista Giuseppe, vendeva per lire 7500 la tela, di notevoli dimensioni, alla Provincia di Torino, all'epoca conservata presso l'Ente Moda che avrebbe dovuto tenerla in custodia fino alla completa ristrutturazione di Palazzo della Cisterna al quale era destinata, L. Faccchin, Raccolte d'arte in palazzo Dal Pozzo dela Cisterna. Schede storico-artistiche, in M. Cassetti-B. Signorelli, Il Palazzo Dal Pozzo della Cisterna nell'Isola dell'Assunta in Torino, Torino, 2004, p. 161. L'opera, firmata, è stata datata da Angelo Mistrangelo (A. Mistrangelo, Giuseppe Camino, Torino 1981, pp. 58, 75), nell'unica e fondamentale monografia sul pittore torinese, al 1870, in una fase tarda dell'attività dell'artista che in quegli anni prediligeva l'impegno in campagna, dedicandosi alla coltura della vite e dei bachi da seta nella propria villa di Caluso, ove si era trasferito dal 1864 (A. Actis Caporale, Giuseppe Camino: pittore di Caluso, in "Bollettino SPABA", XLVII (1995), pp. 187-202). Si tratta comunque di una tematica ampiamente praticata dal Camino che, soprattutto a partire dagli anni sessanta, rappresentò frequentemente, con ampie vedute dalla forte luminosità, le montagne piemontesi e valdostane. Si noti che, curiosamente, in quello stesso anno il pittore eseguiva l'acquerello su carta Panorama di Torino per un album di vedute, a cui parteciparono alcuni dei più importanti esponenti della pittura di paesaggio piemontese, e non solo, di fine secolo, offerto dalla Città di Torino ai Duchi d'Aosta in occasione della nascita del secondogenito, Vittorio Emanuele, conte di Torino. La tela è stata pubblicata in A. Cifani, P. E. Fiora di Centocroci, F. Monetti, La quadreria e gli ambienti aulici di Palazzo Cisterna, Torino, 1996, p. IX. |