notizie storico-critiche | "I bersaglieri (il 19 settembre 1870)" è l'ultimo dipinto a soggetto militare eseguito da Cammarano. In una lettera conservata dalla figlia dell'artista ed indirizzata al Tenente Generale Carlo di Majo Cammarano descrive il soggetto della sua grande tela: "Ora io ho voluto esprimere il dì 19, quando l'attacco a Porta Pia è finalmente deciso, quando questo giorno sospirato è giunto, ma è la nervosa vigilia, ed ogni attesa martella i cuori, e quei baldi bersaglieri si dicono, domani pesteremo le pietre di Roma ... Semplice è la linea del mio quadro, è il reparto Bersaglieri sulla via Nomentana, la campagna romana dalle linee severe si sviluppa nel fondo del quadro, la strada consolare incassata fiancheggiata da alte siepi; separano i campi abbandonati a pastura le caratteristiche staccionate, quei piumati guerrieri vi si affacciano ed avido l'occhio spingono al piano sterminato, ed aguzzano lo sguardo e fissano qualche cosa e c'è la cupola di San Pietro, solenne maestosa, in un torrente di luce si disegna all'orizzonte" (Biancale, 1936, p. 100). Il dipinto, pur realizzato dopo più di quarant'anni dall'avvenimento, ritrae con meticolosità di particolari: i fucili, gli zaini ordinatamente posti a terra, un momento di attesa e rilassatezza da parte dei soldati nel giorno prima del combattimento. La mattina del 20 settembre del 1870, infatti, l'artiglieria dell'esercito italiano, guidata dal generale Raffaele Cadorna, aprì una breccia di circa trenta metri nelle mura della città, accanto a Porta Pia, che consentì a due battaglioni, uno di fanteria, l'altro di bersaglieri di occupare la città: i bersaglieri entrarono a Roma, passando da Porta Pia, e sbaragliarono la difesa papalina di Pio IX. Se la datazione del quadro è fissata al 1915 dall'iscrizione, tuttavia la tela doveva essere stata terminata l'anno precedente, dal momento che venne scelta dal Cammarano come opera da inviare alla XXXVI Esposizione della Società Promotrice di Belle Arti "Salvator Rosa" di Napoli del 1914. Il dipinto durante l'esposizione fu collocato in un luogo con una luce poco adatta e fu ritirato dallo sdegnato artista, il cui dispiacere fu condiviso anche dal critico dell'epoca Diego Petriccione in un suo articolo pubblicato nel giornale Il Roma del 2 maggio 1914 (cfr. Biancale, 1936, p. 101).Il quadro fu venduto ad un collezionista di Napoli, negli anni trenta collocato in un salone del Grand Hotel Oriente di Bari ed attualmente si trova in deposito presso la Camera dei Deputati. |