notizie storico-critiche | L'artista, esule dal 1848 a Firenze per aver partecipato ai moti liberali del Regno di Napoli, frequentò il Caffè Michelangelo, dove si avvicina alla nuova tecnica pittorica dei macchiaioli. Nel 1858 espone alla Promotrice fiorentina (Firenze, 1858, sala IV, n.18) un grande bozzetto dal titolo Origine dei Guelfi e dei Ghibellini (Rivista di Firenze, 1858, a. II, n.16, pp. 304-309): una trilogia costituita da La tradita, Le nozze e I funerali (Rivista di Firenze, marzo 1857, a. I, n.2, p.147; C. Farese Sperken, La pittura dell'Ottocento in Puglia. I protagonisti, le opere, i luoghi, Bari, 1996, p.18; C. Sisi in Civiltà dell'Ottocento, 1997, pp.536-537). Altamura ricorda infatti che: "..un giorno del mese di luglio, nell'ore canicolari (il ricordo è limpido come ieri) segnai sopra un cartone gli schizzi della Trilogia del Buondelmonte: la Tradita, le Nozze, i Funerali che, fatti ed esposti, inspirarono al vecchio Muzzi, che li vide con gli occhi della mente, essendo cieco, tre iscrizioni"; (sono riportati di seguito i versi solo dei Funerali): Eccoti, estremo gaudio/Cangiato in lutto,/Buondelmonte cadavere per vindice acciaro./La gemente hai non più sposa/ne regge in grembo la testa./Passa il feretro per le contrade/A infiammare in tutti la vendetta dei pochi;/ma la città insurge bicipide di Ghibellini e di Guelfi,/donde innumere morti,/esigli, rapine, incendi, ogni sorta di scelleranze/orribile scisma in cui mal seme,/variati i nomi, tien sempre discorde e serva/miseramente l'Italia. (M. Simone (a cura di), Saverio Altamura. Pittore-patriota foggiano nell'autobiografia nella critica e nei documenti, Foggia, 1965, tav. IX, pp.24- 25, 86).Il tema dei funerali è ripreso da Altamura nella tela della Gnam, commissionata nel 1858 dal banchiere e collezionista napoletano Giovanni Vonwiller, amico di Domenico Morelli, che fu premiata all'Esposizione Nazionale di Firenze del 1861. L'episodio di Buondelmonte de' Buondelmonti è narrato nel XVI canto del Paradiso di Dante, nella Cronaca Fiorentina di Dino Compagni e nelle Cronache di Giovanni Villani. Se nel dipinto La vendetta degli Amidei, di proprietà Gnam ed acquistato dalla Galleria Vonwiller nel 1903, Eleuterio Pagliano aveva raffigurato la preparazione dell'assassinio da parte dei congiurati, Altamura invece rappresenta i funerali dell'ucciso, portato a spalle dai parenti, mentre la moglie Beatrice Donati è accanto al corpo del marito. Sulla destra inoltre si riconosce la figura di Dante. Buondelmonte, infatti, accusato di aver mancato alla promessa di matrimonio fatta ad una donna della famiglia degli Amidei e di averle preferito Beatrice Donati, fu ucciso a Firenze la mattina di Pasqua del 1215 per mano di Schiatta degli Uberti, Mosca Lamberti, Lambertuccio Amidei e Oderigo de' Bifanti. Da qui ebbe origine la divisione della popolazione fiorentina nelle due fazioni dei Guelfi, partigiani dei Buondelmonti, e dei Ghibellini, partigiani degli Uberti e degli Amidei. La cornice originale del dipinto reca un cartiglio con la scritta: "Cosa fatta capo ha", ossia la celebre frase di Mosca Lamberti che diede inizio alle guerre civili nella città di Firenze. |