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bene culturale | dipinto, serie |
titolo | I principi Ferdinando e Gabriele di Borbone |
soggetto | ritratto degli Infanti di Carlo di Borbone |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 15 00051916 |
localizzazione | Italia, Campania, CE, Casertaviale Douhet |
contenitore | reggia, museo, Reggia di Caserta, viale Douhet, Museo della Reggia di Caserta, pinacoteca |
datazione | sec. XVIII terzo quarto; 1759 (ca.) - 1759 (ca.) [analisi stilistica; documentazione] |
autore | Bonito Giuseppe (1707/ 1789), |
materia tecnica | tela/ pittura a olio |
misure | alt. 207, largh. 158, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali |
dati analitici | ritratto di personaggi reali. Accanto ad un tavolo, sono ritratti l'infante Ferdinando a sinistra, con un compasso in mano, e Gabriele a destra, che indica un mappamondo. Le giamberghe copiosamente ornate di ricami in oro, la fascia ad armacollo e le onorificenze della casata, conferiscono ai piccoli principi una solenne regalità. Entrambi sono inseriti nello spazio architettonico di un portico aperto su un angolo di giardino.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | Il ritratto fa parte di una serie di tre dipinti raffiguranti a coppia i sei infanti di Carlo di Borbone e Maria Amalia di Sassonia. La serie, erroneamente assegnata in passato alla Scuola di Mengs, è stata attribuita alla produzione matura del Bonito, date le molte affinità stilistiche con l'analoga serie madrilena dipinta dall'artista. La differente età dei bambini (Ferdinando, 1751 - 1825, e Gabriele, 1752 - 1788), permette di identificare la datazione del ritratto intorno al 1759, ossia poco prima della partenza di Carlo per la Spagna (6 ottobre 1759). Giuseppe Bonito, formatosi presso il Solimena, tese a personalizzare il linguaggio del maestro tentando più sonori accordi barocchi di temperie neoseicentesca e puntando, soprattutto nella pittura di genere, ad una rappresentazione teatralizzata della scena, in aderenza ai dettami propugnati dal maestro. Contemporaneamente alla produzione sacra, si distinse oltre che nella pittura di genere, soprattutto quale ritrattista. Nel 1751 fu nominato da Carlo "pittore di camera di S. R. Maestà", carica di grande prestigio che lo colloca tra la cerchia degli artisti più rappresentativi della corte borbonica. In questo, come in altri ritratti, il Bonito tralasciando l'iconografia aulica della ritrattistica ufficiale, individualizza i personaggi raffigurati, imprimendo ad essi una capacità comunicativa derivante dallo sguardo intensamente volto allo spettatore in un muto colloquio. |
bibliografia | Cosenza G.( 1902)v. XI; Signorelli P. N.( 1921)v. II; Bologna F./ Doria G.( 1954)pp. 37 - 38; Mesuret R.( 1956)v. VI; Ortolani S.( 1970)pp. 125 - 126; Spinosa N.( 1978)pp. 12 - 23; Civiltà del '700 a Napoli (cat. della mostra)( 1980)v. II, p. 212, 396; Sp |
definizione | dipinto |
regione | Campania |
provincia | Caserta |
comune | Caserta |
indirizzo | viale Douhet |
ente schedatore | S81 |
ente competente | S81 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Terreri P.; Funzionario responsabile: Marinelli C.; Trascrizione per informatizzazione: Amato C. (2000); Aggiornamento-revisione: Bottone M. (2005), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST (2007), Referente scientifico: |
anno creazione | 1987 |
anno modifica | 2005; 2007 |
latitudine | 41.072702 |
longitudine | 14.318179 |