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Opera d'arte I sette fanciulli di Efeso a Firenze

L'opera d'arte I sette fanciulli di Efeso - codice 09 00654243 si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in monastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia
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bene culturaleicona
titoloI sette fanciulli di Efeso
soggettoSette dormienti di Efeso
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00654243
localizzazioneToscana, FI, Firenzevia Ricasoli, 58/60
contenitoremonastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia
datazionesec. XVIII secondo quarto; 1725 (post) - 1749 (ante) [analisi stilistica]
ambito culturaleambito moscovita, esecutore(analisi stilistica)
materia tecnicatavola/ pittura a tempera
misurecm, alt. 13, largh. 11,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiTavola intera, senza listelli e incavo. Non si nota presenza di tela. Levkas.Soggetti sacri. Personaggi: Cristo. Figure maschili: ragazzi. Paesaggi: montagna, grotta
notizie storico-criticheAl centro della composizione è una montagna color ocra, coperta di erba, con due vette ai lati. Al suo interno è raffigurata una grande caverna marrone scuro con sei fanciulli sdraiati addormentati. Le figure sono dispostein cerchio con i piedi verso il centro della grotta; le loro mani sono raffigurate in gesto di preghiera o sul petto. Nella parte superiore della composizione, sopra alla montagna, è raffigurata una figura a mezzo busto di Cristo benedicente in un semicerchio di nubi, dipinte di marrone. Secondo una leggenda nota dal V secolo, nel III secolo ad Efeso vivevano sette giovani cristiani, figli di cittadini altolocati, che servivano nell'esercito. Quando l'imperatore Decio, nel corso delle persecuzioni contro i cristiani, si recò nella città, vennero portati al suo cospetto, in seguito aduna denuncia, i sette fanciulli, che professarono di fronte a lui la lorofede in Cristo. Per punizione vennero destituiti dai gradi militari, ma rimessi temporaneamente in libertà nella speranza che si pentissero e ripudiassero il cristianesimo. I giovani si nascosero in una grotta del monte Selion per pregare e prepararsi al martirio. L'imperatore ordinò di sbarrarne l'ingresso con massi condannando così i fanciulli a morire di fame. Ma il Signore li immerse in un sonno prodigioso che si protrasse per quasi duesecoli, finchè si destarono durante il regno di Teodosio il Giovane (408-450) noto per la sua pietà cristiana. Le pietre che ostruivano l'ingressodella grotta vennero levate da operai che avevano bisogno di impiegarle inuna costruzione, ma, quando uno dei giovani si recò in città per compraredel pane e utilizzò una moneta antica, venne tratto in arresto. Il miracolo venne alla luce e persino l'imperatore si recò alla grotta per parlarecon i giovani: tutti si resero conto che attraverso quel miracolo il Signore voleva testimoniare l'esistenza della resurreazione della carne. La storia è nota nella Rus' dal XII secolo quando comparvero le prime raffigurazioni di questi santi, strettamente legate all'iconografia bizantina formatasi nel IX-XI secolo. I sette fanciulli dormienti erano interpretati tradizionalmente come archetipi della futura resurrezione della carne di tuttal'umanità, ma erano anche esempio della protezione divina che si stende suquanti sono afflitti da ingiuste persecuzioni e sciagure. In tal senso, la semantica figurativa trovava una chiara interpretazione apotropaica: icone e amuleti con queste raffigurazioni erano considerati dotati di forza magica, in grado di proteggere dagli assalti del demonio e di elargire il beneficio corroborante del sonno. Nell'arte bizantina lo schema tradizionale prevedeva la raffigurazione dei sette fanciulli in un gruppo compatto, adagiati con il capo rivolto verso il centro all'interno della grotta. Nell'antica Rus', dal XII secolo, s'incontra molto più spesso un'altra tipologia, con una disposizione più libera dei personaggi, raffigurati in pose diverse. Talvolta la composizione si arricchiva di particolari, tra cui il corteo di popolo guidato dall'imperatore, che si dirige verso la grotta. Adifferenza di schemi di raffigurazione più diffusi, qui manca la scena della celebrazione da parte dell'imperatore e del gruppo dei fanciulli che sirisvegliano. Come nella maggior parte delle composizioni bizantine e in alcune raffigurazioni anticorusse, i personaggi sono rappresentati giacentinella caverna in una disposizione simmetrica con i piedi al centro, invece delle teste. Questo tipo di iconografia è quasi sconosciuto nel medioevoe s'incontra relativamente di rado nell'arte dell'epoca moderno (si vedaad esempio l'icona analoga per composizione della raccolta della Galleriadell'Accademia). La composizione dell'opera appartiene alla variante abbreviata del soggetto, e con l'esclusione di piccoli dettagli (ad esempio deigesti delle mani di alcuni fanciulli), corrisponde allo schema iconografico di un'altra icona della raccolta della Galleria dell'Accademia. La raffigurazione del Cristo benedicente fra le nubi rivela in modo chiaro il significato dell'immagine, strettamente legata al tema della salvezza del cristiano dalle disgrazie per intercessione divina. E' probabile che come lenumerose raffigurazioni su immagini e amuleti, l'icona avesse la funzioneprecipua di difendere da ogni male chi la possedeva. L. Marcucci, come Bettini, ha attribuito quest'icona alla scuola Stroganov e l'ha datata al XVII secolo. Oltre a ciò la ricercatrice ha indicato una lunga serie di analogie con altre opere di questa collezione. Questo pezzo è identico all'icona inv. 1890/9326 ed è stata eseguita dallo stesso autore.
bibliografiaBettini S.( 1940)pp. 38, 90. n. 6; Marcucci L.( 1958)p. 107, n. 77; Oriente Occidente( 2004)p. 54
definizioneicona
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzovia Ricasoli, 58/60
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Gladyseva E.Sacco A. M.; Funzionario responsabile: Parenti D.Sframeli M.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/Sacco A. M. (2011)
anno creazione2006
latitudine43.777035
longitudine11.258756

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