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bene culturale | icona |
titolo | I sette fanciulli di Efeso |
soggetto | Sette dormienti di Efeso |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 09 00746634 |
localizzazione | Toscana, FI, Firenzevia Ricasoli, 58/60 |
contenitore | monastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia |
datazione | sec. XVIII secondo quarto; 1725 (post) - 1749 (ante) [analisi stilistica] |
ambito culturale | ambito moscovita, esecutore(analisi stilistica) |
materia tecnica | tavola/ pittura a tempera |
misure | cm, alt. 13, largh. 10,5, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali |
dati analitici | Tavola intera, senza listelli e incavo. Non si nota presenza di tela. Levkas.Soggetti sacri. Personaggi: Cristo. Figure maschili: ragazzi. Paesaggi: montagna, grotta |
notizie storico-critiche | Gran parte della composizione è occupata dalla raffigurazione della grottamarrone scuro che si trova all'interno della montagna con due vette a destra e sinistra. Nella grotta, dai bordi irregolari delineati da tocchi dibianco nella parte superiore, giacciono sei adolescenti addormentati. Al centro della parte superiore della composizione, sulla montagna, è raffigurata la figura a mezzo busto del Cristo benedicente fra nuvole di colore marrone scuro. Secondo una leggenda nota dal V secolo, nel III secolo ad Efeso vivevano sette giovani cristiani, figli di cittadini altolocati, che servivano nell'esercito. Quando l'imperatore Decio, nel corso delle persecuzioni contro i cristiani, si recò nella città, vennero portati al suo cospetto, in seguito ad una denuncia, i sette fanciulli, che professarono di fronte a lui la loro fede in Cristo. Per punizione vennero destituiti dai gradi militari, ma rimessi temporaneamente in libertà nella speranza che sipentissero e ripudiassero il cristianesimo. I giovani si nascosero in unagrotta del monte Selion per pregare e prepararsi al martirio. L'imperatoreordinò di sbarrarne l'ingresso con massi condannando così i fanciulli a morire di fame. Ma il Signore li immerse in un sonno prodigioso che si protrasse per quasi due secoli, finchè si destarono durante il regno di Teodosio il Giovane (408-450) noto per la sua pietà cristiana. Le pietre che ostruivano l'ingresso della grotta vennero levate da operai che avevano bisogno di impiegarle in una costruzione, ma, quando uno dei giovani si recò incittà per comprare del pane e utilizzò una moneta antica, venne tratto inarresto. Il miracolo venne alla luce e persino l'imperatore si recò allagrotta per parlare con i giovani: tutti si resero conto che attraverso quel miracolo il Signore voleva testimoniare l'esistenza della resurreazionedella carne. La storia è nota nella Rus' dal XII secolo quando comparverole prime raffigurazioni di questi santi, strettamente legate all'iconografia bizantina formatasi nel IX-XI secolo. I sette fanciulli dormienti eranointerpretati tradizionalmente come archetipi della futura resurrezione della carne di tutta l'umanità, ma erano anche esempio della protezione divina che si stende su quanti sono afflitti da ingiuste persecuzioni e sciagure. In tal senso, la semantica figurativa trovava una chiara interpretazione apotropaica: icone e amuleti con queste raffigurazioni erano considerati dotati di forza magica, in grado di proteggere dagli assalti del demonioe di elargire il beneficio corroborante del sonno. Nell'arte bizantina loschema tradizionale prevedeva la raffigurazione dei sette fanciulli in ungruppo compatto, adagiati con il capo rivolto verso il centro all'internodella grotta. Nell'antica Rus', dal XII secolo, s'incontra molto più spesso un'altra tipologia, con una disposizione più libera dei personaggi, raffigurati in pose diverse. Talvolta la composizione si arricchiva di particolari, tra cui il corteo di popolo guidato dall'imperatore, che si dirigeverso la grotta. A differenza di schemi di raffigurazione più diffusi, quimanca la scena della celebrazione da parte dell'imperatore e del gruppo dei fanciulli che si risvegliano. Come nella maggior parte delle composizioni bizantine e in alcune raffigurazioni anticorusse, i personaggi sono rappresentati giacenti nella caverna in una disposizione simmetrica con i piedi al centro, invece delle teste. Questo tipo di iconografia è quasi sconosciuto nel medioevo e s'incontra relativamente di rado nell'arte dell'epoca moderno (si veda ad esempio l'icona inv. 1890/9336 analoga per composizione della raccolta della Galleria dell'Accademia). La raffigurazione del Cristo benedicente fra le nubi rivela in modo chiaro il significato dell'immagine, strettamente legata al tema della salvezza del cristiano dalle disgrazie per intercessione divina. E' probabile che come le numerose raffigurazioni su immagini e amuleti, l'icona avesse la funzione precipua di difendere da ogni male chi la possedeva. L'icona è stata attribuita sia da Marcucci che da Bettini alla scuola Stroganov e datata al XVII secolo. Peri suoi elementi artistici l'opera rientra nel gruppo di icone più numerosoe di esecuzione più semplice della raccolta della Galleria, dipinte, verosimilmente, in una bottega di provincia nel secondo quarto del XVIII secolo. I tratti artistici peculiari di questo gruppo sono determinati dalla continuità con la tradizione del tardo XVII secolo, in parte legato all'artedei maestri del Palazzo dell'Armeria, ma più semplice. |
bibliografia | Bettini S.( 1940)pp. 38, 90. n. 2; Marcucci L.( 1958)p. 104-105, n. 68; Oriente Occidente( 2004)p. 54 |
definizione | icona |
regione | Toscana |
provincia | Firenze |
comune | Firenze |
indirizzo | via Ricasoli, 58/60 |
ente schedatore | S156 |
ente competente | S156 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Gladyseva E.Sacco A. M.; Funzionario responsabile: Parenti D.Sframeli M.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/Sacco A. M. (2011) |
anno creazione | 2006 |
latitudine | 43.777035 |
longitudine | 11.258756 |