notizie storico-critiche | Il dipinto consiste in un autoritratto dell'artista insieme alla moglie Pasqualina Cervone, pittrice, conosciuta a Firenze nel 1906 e sposata a Bagno di Romagna (Forlì) nel 1908. L'evidente stato di gravidanza della donna, accentuato dalla mano destra poggiata sul ventre, ha permesso di datare l'opera tra il 1909 e il 1910, rispettivamente gli anni di nascita del primo figlio Mario (23 ottobre), morto solo pochi mesi dopo, e della secondogenita Anna (18 settembre), modella prediletta per tutto il resto della carriera di Spadini. La bibliografia più recente, tuttavia, preferisce datare la tela tra la primavera e l'estate del 1910, soprattutto grazie al confronto con una cartolina scritta dal pittore all'amico Emilio Cecchi con timbro postale del 10 maggio 1910 (parzialmente pubblicata in Pieraccini L.,Visti da vicino, Firenze, 1952, p. 150; riportata per intero in Fagiolo dell'Arco, 1995, p. 142, C.1): in essa, il pittore afferma che a Roma, dove si era trasferito per il Pensionato artistico nazionale vinto per il biennio 1910-12, non riusciva a trovare soggetti interessanti da dipingere, se non "il modello di moglie" e "Villa Borghese e Roma con le sue piazze con i suoi pezzi d'architettura al sole". Sono mesi, questi, di grande disagio psicologico ed economico, come testimonia una lettera indirizzata al direttore del pensionato, Ettore Ferrari, in cui il pittore fa persino cenno al suicidio (forse mai spedita. Cfr. Fagiolo dell'Arco, 1995, pp.94-95): per far fronte allo stato d'indigenza, Spadini e sua moglie si sistemarono in una camera adiacente allo studio del pittore presso l'Accademia di Belle Arti in via Ripetta.Ancora nel 1910, Spadini esegue "Cappello di paglia" (collezione privata. Ripr. Fagiolo dell'Arco, op. cit., p. 29), ritratto della moglie con lo stesso abbigliamento dell'opera in esame. Pasqualina Cervone compare in numerose altre opere: oltre a quelle in compagnia dei figli, la si vede posare in significativi ritratti, spesso di grande formato, come "Ritratto della moglie in abito da sposa" (180 x 100 cm; Poggio a Caiano, Agenzia della Cassa di Risparmio e Depositi di Prato. Ripr. Fagiolo dell'Arco, op. cit., p. 27).Ne "Il pittore e la moglie" è evidente l'influenza esercitata dagli studi sulla pittura spagnola, in particolare di Goya, e dalle riflessioni sulla tecnica di Tiziano: da quest'ultimo apprende quella resa dei volumi attraverso la modulazione dei colori che lo porterà a sfaldare sempre più i contorni delle figure, caratteristica della produzione matura spadiniana (cfr. Rosazza Ferraris, 1983, pp. 35, 110). |