notizie storico-critiche | Il Viatico rispecchia appieno la sensibilità poetica di Toma nel realizzare con estrema compostezza il triste racconto della morte di un'orfana all'interno di un ospizio: in uno stanzone in penombra giunge il sacerdote, preceduto da giovani orfane con i ceri, per portare l'ultima comunione alla bambina moribonda che giace nell'ultimo letto a sinistra. I colori sono tenui e smorzati, l'attenzione non si focalizza sul corpo della piccola, che s'intravede appena, ma su tutto l'ambiente dimesso, le pareti spoglie, i letti in ferro, la disperazione delle giovani.L'opera fu presentata assieme a La guardia alla ruota dei trovatelli all'Esposizione Nazionale di Napoli del 1877, dove non furono molto apprezzate dalla critica che considerò le tele "soggetti tristi, melanconici, pittura scolorita, timorosa, quasi sofferente" (Netti 1877, in Netti 1980, p. 180).Al pari della Luisa Sanfelice in carcere, Il Viatico è fra i dipinti di Toma più citati nella letteratura critica (Guardascione 1924, pp. 87-89; Biancale s.d. [1933], pp. 68-71; De Rinaldis 1934, pp. 46-48; Causa 1975, pp. 8, 14) ed è stato esposto alle Promotrici napoletane del 1890 (Napoli 1890, n. 99) e del 1891 (Napoli 1891, n. 338) e alla mostra dedicata a Toma dalla Società degli Amatori e Cultori di Roma nel 1905 (Angeli 1905, p. 159); inoltre più recentemente, alla mostra monografica tenutasi nel 1954-55 in più sedi (Gioacchino Toma 1954, p. 36, n. 23) e, nel 1997, a quella sulla civiltà napoletana dell'Ottocento (Civiltà dell'Ottocento 1997, pp. 562 - 563). |