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Opera d'arte L'apostolo Giovanni Teologo in silenzio a Firenze

L'opera d'arte L'apostolo Giovanni Teologo in silenzio - codice 09 00654258 si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in monastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia, teca IV
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bene culturaleicona
titoloL'apostolo Giovanni Teologo in silenzio
soggettoSan Giovanni Evangelista
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00654258
localizzazioneToscana, FI, Firenzevia Ricasoli, 58/60
contenitoremonastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia, teca IV
datazionesec. XVIII secondo quarto; 1725 (post) - 1749 (ante) [analisi stilistica]
ambito culturaleambito moscovita(analisi stilistica)
materia tecnicatavola/ pittura a temperaargentosmalto
misurecm, alt. 31.9, largh. 7.6,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiTavola intera, senza listelli. Non c'è incavo; non si rileva la presenza della tela prepparatoria; levkas.Soggetti sacri. Personaggi: Giovanni Evangelista. Figure: angelo.Attributi: (San Giovanni Evangelista) aquila. Oggetti: calamaio; pennino;libro; tenda. Fenomeni metereologici: nubi.
notizie storico-criticheLa raffigurazione dell'apostolo Giovanni Teologo "in silenzio" si affermanell'arte russa dalla seconda metà del XVI secolo. Dettaglio tipico è il gesto dell'apostolo, che pone uno o due dita sulle labbra, come invito al silenzio. Si può ritenere che tale iconografia si basi sulle parole conclusive del Vangelo di Giovanni: "Molte altre cose fece Gesù, ma se si scrivesse di tutto in particolare, allora, penso, l'intero mondo non riuscirebbea contenere i libri scritti" (Giov: XXI, 25). Sulla base di questa e dialcune altre testimonianze evangeliche si è formata l'idea dell'apostolo Giovanni come mistico che contempla sacri misteri, degno di particolari rivelazioni da parte del Salvatore, partecipe della ineffabile divina sapienza, la quale non può essere rivelata ai non iniziati. Ebbe una indubbia influenza sulla formazione di questo particolare tipo iconografico anche la tradizione ascetica dei monaci isicasti, secondo la quale si poteva raggiungere una reale divinizzazione, una partecipazione alla sapienza divina, solo attraverso la preghiera nel silenzio. Il gesto dell'apostolo può quindialludere non solo alla sua partecipazione alla sapienza divina, ma ancheall'unica via possibile per raggiungerla. Infine, alcuni studiosi attribuiscono la larga diffusione di questa iconografia nei secoli XVII-XVIII all'influenza della cultura dei vecchiocredenti, i quali potevano vedere in queste immagini un invito a una segreta adesione alla fede dei padri. Lepiù antiche icone di Giovanni Teologo "in silenzio" giunte fino a noi, ingenerale, presentano l'apostolo privo di qualsiasi attributo e senza personaggi secondari, a differenza dell'icona della collezione dell'Accademiafiorentina. Gli attributi in questa iconografia compaiono non prima del XVII secolo, probabilmente per influenza delle immagini più tradizionali dell'apostolo autore del Vangelo, che si trovano nelle miniature di più antichi manoscritti e sulle Porte Regali. Attribuzione. L'icona di GiovanniTeologo, così come alcune altre icone della collezione della Galleria dell'Accademia stilisticamente vicine (inv 1890/9353-inv 1890/9361), si distinguono decisamente dal nucleo fondamentale di opere della collezione stessa. Il gruppo è stato messo in evidenza già da Marcucci e correttamente datato al XVIII secolo. Si può riferire la specificità dello stile di queste opere alla personalità e alla maniera di un medesimo artista o anche di più artisti che abbiano guardato con particolare attenzione all'attivitàdi un medesimo laboratorio. Tuttavia non si può nemmeno escludere che inuno stesso centro artistico sia esistito un secondo laboratorio, simile alprimo per stile, maniera pittorica, livello artistico. Comunque nell'icona in esame si percepiscono più chiaramente (anche se in modi fortemente semplificati) le tradizioni del Palazzo dell'Armeria, risalenti al periodo tra XVI e XVII secolo, soprattutto per il volto, con la fronte prominente,gli zigomi larghi, modellato con morbide zone in ocra e con larghe pennellate. D'altra parte, sono qui ben percepibili i nuovi influssi del gusto barocco, pervenuti attraverso l'imitazione dell'arte in voga nella capitale, che nella prima metà del XVIII secolo era fortemente influenzata dalla pittura europea. Tali influssi si manifestano soprattutto nelle grandi proporzioni della figura, che si inserisce a stento nel riquadro centrale, nella pesantezza e esagerazione plastica delle forme, e anche nel disegno dinamico di un gran numero di pieghe negli abiti, tratteggiate in biacca inmodo convenzionale.
altre attribuzioniambito di Novgorod
bibliografiaMarcucci L.( 1958)pp. 111, n. 89; Bettini S.( 1940)pp. 38, 90, n. 4; Oriente Occidente( 2004)pp. 58, 80-81
definizioneicona
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzovia Ricasoli, 58/60
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Nersesjan L.Sacco A. M.; Funzionario responsabile: Parenti D.Sframeli M.; Trascrizione per informatizzazione: Sacco A. M. (2011)
anno creazione2006
latitudine43.777035
longitudine11.258756

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